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Giustizia col coronavirus alla gola intervento del Csm

Un Paese in stato di guerra con una giustizia in surplace, sospesa fra rinvii, proroghe e differimenti. La complessa macchina giudiziaria in bilico fra tempi e modi e alle prese con una criminalità latente che col miraggio dell’impunità moltiplica delitti e profitti.

Scenari giuridici che saranno ripercorsi e valutati dagli storici, ma che per la magistratura, gli avvocati e soprattutto per i cittadini che li vivono al presente, sulla loro pelle, rappresentano situazioni alienanti che a dir poco mortificano il giusto riconoscimento di diritti e legalità.

Giustizia col coronavirus alla gola intervento del Csm
Il Consigliere togato del Csm Loredana Micciché

“L’impatto della pandemia mondiale sulla giustizia sarà devastante allo stesso modo in cui lo sarà negli altri settori della vita produttiva ed istituzionale del paese” conferma l’esponente del Consiglio Superiore della Magistratura Loredana Miccichè, Magistrato della Corte di Cassazione.Giustizia col coronavirus alla gola intervento del Csm

  • Effetto su civile e penale?

Comporterà un imponente rallentamento  dei tempi di definizione dei processi, già molto lunghi nel sistema giustizia italiano. Come previsto dalla normativa emanata in via d’urgenza (decreto legge del 17 marzo 2020, art. 83), fino al 15 aprile 2020 tutte le udienze, sia civili che penali, sono rinviate ad eccezione degli affari definiti urgenti ed indifferibili elencati nella medesima norma. Dopo il 15 aprile e fino al 30 giugno 2020 i capi degli uffici, sentite le autorità locali e tenuto conto dello stato della emergenza sanitaria, potranno decidere altri rinvii in blocco, sempre con l’eccezione delle urgenze.

  • Settori in prima linea ?

La magistratura di sorveglianza è quella che sta pagando il prezzo più alto. Il settore della sorveglianza, infatti, è l’unico in cui non solo non si possono rinviare le udienze fissate perché si tratta di udienze con detenuti, ma è sopratutto il settore interessato all’adozione dei provvedimenti che, con la legislazione emergenziale di cui ho parlato , dovrebbero servire a decongestionare il sovraffollamento carcerario e la conseguente sovraesposizione al contagio dei detenuti e del personale penitenziario. Si tratta della possibilità di disporre la detenzione domiciliare se la pena da scontare, anche residua, è pari o inferiore ai 18 mesi. I magistrati di sorveglianza quindi stanno lavorando a pieno ritmo a causa delle numerose istanze  che ricevono e sono gravati anche della non indifferente responsabilità connessa alla adozione della misura, che è concedibile salvo che il magistrato non ravvisi ” gravi motivi ostativi”. Al momento la sorveglianza è in prima linea, ancor più della attività di indagine. La legislazione emergenziale ha infatti sospeso tutti i termini, ivi compresi  quelli di durata delle indagini preliminari.

  • Interventi da parte del Consiglio Superiore della Magistratura ?

Il CSM tiene oggi un plenum straordinario con il sistema di videoconferenza per votare due delibere importanti: il parere sulla legislazione emergenziale (DL 17 marzo 2020, n.18), diretto al Ministro della Giustizia. Nonché  le linee guida sulla organizzazione degli uffici giudiziari nel periodo emergenziale, volte ad assicurare il più possibile l’uniformità dei provvedimenti adottati dai Dirigenti.Giustizia col coronavirus alla gola intervento del Csm

Le linee guida contengono, tra l’altro, indicazioni sulla modalità di gestione, anche pratica, delle udienze con modalità telematica previste dal citato decreto legge, in base a protocolli – quadro intercorsi con il Consiglio Nazionale Forense. Indicazioni sulle modalità di organizzazione degli uffici per la trattazione delle emergenze, in base a turni settimanali tra magistrati. E ancora deroghe alle circolari sulla mobilità nei distretti per consentire di operare agli uffici che si trovino nella impossibilità di farlo, appunto, gli uffici di sorveglianza e anche gli uffici minorili, posto che una serie di attività urgenti previste dalla legge riguardano detti uffici spesso sottodimensionati. Nella delibera viene incentivato il più possibile il ricorso alla celebrazione delle udienze con modalità telematica ai fini di realizzare l’esigenza di contenimento del contagio e si rappresenta al Ministero della Giustizia, cui compete l’erogazione delle risorse e dei servizi, la necessità che le cancellerie possano essere dotate anche da remoto della possibilità di accesso ai registri informatizzati per svolgere gli adempimenti connessi alla celebrazione delle udienze. Allo stato infatti il personale amministrativo può svolgere queste attività soltanto in ufficio e non da casa, per cui ogni udienza comporta lo spostamento in ufficio del personale amministrativo. In sintesi, il CSM si è tempestivamente mosso nell’ambito delle proprie competenze istituzionali.

  • Dal punto di vista legislativo cosa sarebbe auspicabile e necessario?

 Dal punto di vista legislativo sarebbe necessaria una modifica delle norme processuali che consentano la celebrazione di tutte le udienze penali con la trattazione a distanza in video conferenza; attualmente questo sistema è previsto solo per le i processi con imputati detenuti; allo stesso modo, sarebbe necessario procedere alla effettiva informatizzazione del processo penale, che nel civile è già una realtà da anni,  onde consentire il deposito degli atti del giudice con la firma digitale nonché la dematerializzazione dei fascicoli processuali.Giustizia col coronavirus alla gola intervento del Csm

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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