Municipio di Ostia fra Chiesa e politica Ostia sconsacrata. Se non fosse blasfema si potrebbe aggiungere anche questa maliziosa definizione alla lunga serie di infortuni e veleni Vaticani che preannunciano un inverno gelido per Papa Francesco.
La candidatura al X municipio di don Franco De Donno, già vice parroco della Parrocchia di Santa Monica ad Ostia, autosospesosi e ridotto allo stato laicale, ha innescato molti più problemi e polemiche di quanti, in teoria, ne vorrebbe risolvere.
L’ulteriore esautoramento dei partiti politici, già messi in crisi dallo tsunami grillino, sta avendo molteplici ripercussioni, da destra, dal centro e dalla sinistra, tanto in Vicariato quanto direttamente in Segreteria di Stato.
Proteste che si perdono nelle stanze dei sacri palazzi dove infuria la guerra delle mitre vaticane che assediano Papa Francesco.
Sciolto per mafia e al centro scandali e inchieste, il municipio di Ostia viene considerato un importante test politico per misurare le conseguenze elettorali del disastro Raggi e le capacità di recuperare i voti grillini.
Un test che la lista Civica fondata e guidata da don Franco De Donno, che non è Don Sturzo o Baget Bozzo ma che per 20 anni ha confessato e celebrato messa a Ostia, rischia non solo di vanificare e, soprattutto, di trasformare in esempio che potrebbe essere replicato nei comuni, praticamente tutti, dissestati e dilaniati dalle faide fra i gruppi di potere locali.
Anche se secondo Orazio, non ha molto valore un esempio che risolve una questione con un’altra.