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Lo scudo antimissili e la posizione dell’Italia sulla difesa comune Europea

Come intercettare e distruggere un missile ipersonico che viaggia a 20 volte la velocità del suono?

Gli Stati Uniti hanno trovato il modo di farlo con lo scudo interspaziale denominato Golden Dome, un sistema integrato di rilevamento istantaneo al lancio di missili ostili che combina sensori e intercettori terrestri, navali, aerei e spaziali, insieme a difese non cinetiche come armi a energia diretta e capacità di guerra elettronica.Lo scudo antimissili e la posizione dell'Italia sulla Difesa comune Europea

Non c’è nulla di dorato nel Golden Dome, tranne le centinaia di miliardi di dollari necessari al Pentagono per realizzarlo in meno di tre anni.

L’efficacia del sistema viene indirettamente confermata dalla Cina, che ha protestato ufficialmente per quella che ritiene, testualmente, “una minaccia all’equilibrio e alla stabilità globale”.

Come se invece la pianificazione di un eventuale first strike nucleare sia da ritenere solo un fantasioso cartone animato….

Un sistema antimissilistico a copertura totale é la priorità numero uno anche per il Ministero della Difesa italiano, ha reso noto il Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate, Generale Luciano Portolano, nell’ audizione alla commissione Difesa della Camera dei Deputati.

Lo scudo antimissili e la posizione dell'Italia sulla Difesa comune Europea
Generale Luciano Portolano

Al centro del dibattito politico vi é soprattutto il tema della difesa comune europea: ”L’evoluzione del contesto strategico delinea la necessità di significativi aggiornamenti capacitivi per le Forze Armate europee in tutti i segmenti, nessuno escluso, come tra l’altro sottolineato dal Libro Bianco sulla Difesa della Commissione Europea” evidenzia l’esperto di strategie politiche e militari Andrea Margelletti, Presidente del  Centro Studi Internazionali.

Lo scudo antimissili e la posizione dell'Italia sulla Difesa comune Europea
Andrea Margelletti

E’ possibile per economizzare e razionalizzare gli investimenti di risorse dei singoli stati, traslare nella dimensione europea la struttura difensiva della Nato ?

“Si tratta – afferma Margelletti – di organizzazioni diverse, con articolazioni e mandati diversi, ma in ambedue i casi le capacità sono comunque quelle degli Stati Membri e questi non possono permettersi duplicazioni, é il principio del single set of forces.”

L’alternativa?

L’UE può svolgere un ruolo importante in quest’ottica, sostenendo iniziative coordinate di procurement e favorendo un incremento di competitività e resilienza della base industriale e tecnologica della difesa.

E’ realizzabile quanto ha affermato il  capo di Stato maggiore della Difesa, Luciano Portolano, durante l’audizione alla Camera, e cioè che sarebbe necessaria una struttura di comando e controllo unificato che oggi non esiste ed istituire la figura di un comandante unico europeo, referente a livello politico?

Il tema é l’assenza di una governance europea, senza la quale appare difficile immaginare una qualsivoglia potenziale configurazione di Forze Armate europee efficaci. Senza una cessione di sovranità, ed in ispecie di comando e controllo, su delle forze fornite dagli Stati Membri, un comandante unico europeo non avrebbe molto margine di manovra.

Di che tipo sono gli ostacoli, politici o strutturali, che hanno finora impedito la creazione di una rete di informazioni classificate, che oggi a livello europeo non esiste, ma esiste a livello Nato?

È una conseguenza della diversità, e soprattutto della diversità nei fini originali, delle due organizzazioni, che non ha sinora generato i presupposti per l’implementazione di una rete comune. Le capacità tecniche ci sono, é una questione di determinazione della volontà politica sul tema.

Lo scudo antimissili e la posizione dell'Italia sulla Difesa comune Europea
Golden Dome Missile Defense/ Leonardo DRS
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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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