Portano molto lontano le trame del clamoroso cyberspionaggio scoperto a Roma
Il buco nero del cyberspionaggio, smascherato a Roma dagli investigatori del Cnaipic, il Centro nazionale anticrimine informatico della Polizia postale, si presta a molteplici analisi.
La valutazione più evidente è che si tratta di un’altra dimostrazione di quanto sia efficiente la prevenzione sistematica, i controlli a tappeto della Polizia di Stato. Come quelli che a Sesto San Giovanni hanno determinato l’individuazione del terrorista dell’attentato della vigilia di Natale a Berlino.

La seconda considerazione analitica rischia di perdersi nei meandri delle sponde atlantiche. Con l’aggiunta di una spirale tutta interna alla intelligence community Usa, alla rivalità fra le varie agenzie di sicurezza e al travaglio che proprio su queste problematiche sta evidenziando la transizione fra Obama e Trump.

L’ingegnere nucleare Giulio Occhionero e la sorella Francesca Maria, arrestati per avere impiantato un sofisticatissimo network di cyberspionaggio, sono sconosciuti al mondo degli hacker e potrebbero essere dei contractors, dietro i quali vi sarebbero degli sponsor.
Alla vicenda insomma mancherebbero ancora vari pezzi. Mentre, nonostante l’apparenza, la personalità più interessante fra i due arrestati potrebbe rivelarsi quella di Francesca Maria Occhionero.