Svolta sull’autosufficienza della maggioranza o dimissioni. Il Premier Conte e l’esecutivo sono sulla soglia del punto di non ritorno. Insistere sul miraggio dei senatori e sul protrarsi dello stallo, con una nuova conta al Senato sulla relazione del Ministro Bonafede sul tema incandescente della giustizia, relazione con molte probabilità di bocciatura, potrebbe anzi precludere al Premier le chance di successo dell’eventuale reincarico per il cosiddetto Conte ter.
La constatazione, evidenziata dall’intervista alla “Stampa” del Ministro per gli affari europei Amendola, che le elezioni anticipate farebbero saltare il Recovery plan, la presa di posizione del vice Presidente di Forza Italia Antonio Tajani “l’opzione voto noi non l’abbiamo mai chiesta ma è la situazione che ci sta portando lì” e l’affermazione di Luigi Di Maio che “se non si trova una maggioranza si scivola verso il voto”, lasciano intravedere che aperta ufficialmente la crisi, con le dimissioni al Quirinale del Premier, gli scivolamenti verso lo scioglimento del parlamento verranno incanalati verso la ricerca di una maggioranza stabile con eventualmente un altro premier per superare le attuali criticità.
L’opportunità delle dimissioni di Conte, in modo da non precludersi il reincarico, è stata evidenziata anche da Bruno Tabacci, cioè dall’ambasciatore-reclutatore di Palazzo Chigi sul fronte della sala arrivi deserta riservata ai senatori chiamati ad ampliare la maggioranza.

Il travagliato confronto interno del Pd e del Movimento 5 Stelle su come superare lo stallo politico che tiene in bilico il paese sulle drammatiche emergenze economiche, sociali e amministrative provocate dalla pandemia, si sta sviluppando attorno a due eventuali alternative: se non Conte chi? e Governo con i renziani o eventuale appoggio esterno di Forza Italia ?
