Ci sono i valori costituzionali e della salvaguardia del Paese nel recovery plan presentato da Mario Draghi al traguardo dell’approvazione del Parlamento.
La passione civile traspare dalla voce pacata e dalle parole senza enfasi e retorica del Premier: “nel piano nazionale di ripresa che complessivamente prevede risorse per 248 miliardi – esordisce il Presidente del Consiglio – non vi sono solo numeri e scadenze, ma la vita stessa degli italiani, c’é l’Italia di domani, l’Italia dei giovani e delle famiglie, dei cittadini e delle imprese che nessuna tabella potranno mai compiutamente rappresentare”.
Le riforme e il senso di responsabilità saranno essenziali, per Draghi, per non sprecare le enormi opportunità offerte dal recovery plan e per concretizzare una visione del futuro all’altezza del Paese.
Il Premier ha assicurato una ulteriore messa a punto su strada degli interventi, in particolare su giustizia, pubblica amministrazione, fisco, semplificazione normativa e burocratica.
Per la giustizia, oltre allo sforzo per dimezzare e in ogni caso accelerare i tempi dei processi, sarà tenuta in considerazione la necessità di un adeguamento degli organici. In particolare dei magistrati, attualmente 10,6 ogni 100.000 abitanti, meno della metà cioé della media europea che è di 21,5, come sollecitato fra l’altro dal Centro Livatino del quale fanno parte giuristi e costituzionalisti.
Baricentro del piano di ripresa, l’intervento a favore del mezzogiorno. La crescita del Sud in termini di sviluppo, competitività e occupazione è tanto ampio quanto è grande il suo divario dal resto del Paese. “Non é una questione di campanili: se cresce il sud, cresce anche l’Italia ” ha sintetizzato Draghi.
Come evidenzia anche uno studio dell’agenzia di rating Moody’s, le riaperture graduali delle attività daranno un impulso all’economia nel breve termine, in attesa che diventi operativo il piano nazionale di ripresa, e anche grazie all’attuazione di piani infrastrutturali di alta qualità da cui arriverà un sostegno alle prospettive di crescita dell’Italia nel prossimo decennio. L’impatto del recovery fund europeo potrebbe essere seguito a breve da ulteriori stanziamenti per lo sviluppo ha,intanto, implicitamente preannunciato da Bruxelles il Comissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni. “La storia dell’Unione Europea – ha affermato Gentiloni – “dimostra che se un’innovazione ha successo, tende ad essere ripetuta. Next Generation Eu, che è finanziato a debito, assunto in misura non illimitata dalla Commissione, è una sfida che prospetta un impatto positivo che senz’altro renderà possibile fare nuovamente ricorso, magari su altri obiettivi e con altre dimensioni, a questo strumento”.
Dopo il preventivo disco verde della Commissione europea, ottenuto dopo un fine settimane di telefonate fra il Premier e i vertici di Bruxelles, grazie al prestigio e alla credibilità internazionali dell’ex Presidente della Bce, il passaggio parlamentare del recovery plan non ha seguito l’iter dell’esame in sede referente dalle commissioni Bilancio (per la Camera) e Bilancio e Politiche Ue (per il Senato) . Per velocizzare l’esame del Parlamento si è scelta la formula delle comunicazioni del Premier, a cui seguiranno le votazioni sulle risoluzioni.
A Montecitorio dopo la disamina del Premier i deputati hanno tempo fino alle 11 di domani per depositare in aula le proprie risoluzioni, che saranno votate intorno all’ora di pranzo. Risoluzioni riguardanti alcuni nodi politici su cui le Camere chiedono un maggior approfondimento nel testo al Governo, in particolare sul superbonus al 110% e gli stanziamenti per il Sud.
Seguirà poi l’esame da parte del Senato: Draghi interverrà a Palazzo Madama alle 15 e le risoluzioni saranno votate intorno alle 21 di martedì 27.
Il motore del recovery plan si può considerare già avviato. Ed è un piano che come diceva uno storico slogan, ha ben più di una tigre nel motore…
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Fondatore e Direttore di zerozeronews.it
Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Rai Palermo e Tg1