Sul convulso scenario del dopo elezioni pubblichiamo l’intervista riilasciata al Giornale di Sicilia dal Quirinalista del Corriere della Sera Marzio Breda
Forze politiche ancora mobilitate per preparare il secondo tempo dei ballottaggi. Leader e candidati, soprattutto del Pd, sperano di raddrizzare la difficile partita delle amministrative.
Fra fra i 5Stelle l’effetto Raggi e le faide interne hanno innescato un dopo voto al veleno che nonostante le rassicurazioni di Beppe Grillo si trascinerà fino alle regionali siciliane.
Il voto di Palermo ha dimostrato come una candidatura al di sopra dei partiti e in grado di riscuotere il consenso dell’opinione pubblica, secondo il metodo Orlando, possa avere in mano la chiave di Palazzo d’Orleans.
Considerazioni sulle quali concordano vari esponenti regionali di centro sinistra e centro destra, ma che ancora non hanno trovato sponda al Nazareno e ad Arcore, dove Renzi e Berlusconi sono alle prese con il secondo turno e con varie insidie interne. “La candidatura per il Governo siciliano è in equilibrio sulla durata della legislatura: il segretario Pd preferirebbe infatti accorpare eventualmente regionali e politiche, mentre il Cavaliere deve ancora decidere su chi puntare” afferma il Quirinalista ed editorialista del Corriere della Sera Marzio Breda.
- Centrodestra tornato alla ribalta ma con molti dissidi interni, superabili?
“Si, paradossalmente il centrodestra è la parte politica che è andata meglio in questa fase, ma il successo elettorale ha acuito le tensioni fra Matteo Salvini, che reclama la leadership e Berlusconi che ha avviato il reclutamento dei transfughi della Lega che non apprezzano la linea oltranzista del leader. Dopo le primarie interne Salvini ha infatti tentato di emarginare tanto Bossi quanto Maroni ed è guardingo anche nei confronti di Zaia. Per trovare un compromesso che aggreghi e consenta di puntare a Palazzo Chigi c’è bisogno di tempo e quindi niente più frenesia di elezioni anticipate”
- Decorso del dopo elezioni dei 5Stelle?
“I grillini sono alle prese con una sorta di resa dei conti interna. Con l’aggravante che Luigi Di Maio responsabile degli enti locali, e quindi il principale accusato della sconfitta, é anche il principale candidato premier del movimento e quindi anche per loro il bisogno di andare subito al voto, cosi impellente sino a qualche settimana fa, ora è sicuramente meno pressante, anche perché il Movimento dovrà rivedere gli organigrammi”
- Pd e centrosinistra sull’orlo di una crisi di nervi?
“La sindrome delle elezioni anticipate non è ancora passata, anzi. Se il centrosinistra non è andato male, soprattutto al centro Sud, l’analisi dei voto evidenzia che il Pd ha perso una quota non piccola di voti e posizioni. Difficoltà in gran parte determinata dal fatto che il Partito Democratico ha dovuto presentarsi con liste mimetizzate, senza il proprio nome. Liste civiche in cui c’era dentro di tutto. Il caso più evidente è quello di Verona con la lista che era una sorta di partito della Nazione”
- Scenari?
“Gentiloni sta facendo molto e bene ed ha il pieno appoggio del Quirinale. Sarebbe singolare, ma non é nemmeno da escludere, che il Governo possa andare sotto in Parlamento. In tal caso si dovrebbe andare al voto con il “Consultellum“, uscito da Corte Costituzionale. L’esecutivo potrebbe eventualmente decidere di omogeneizzare il sistema elettorale di Camera e Senato con un decreto legge coi requisiti della necessita e urgenza. Ma sarebbe davvero un’ultima ratio. Il Presidente Mattarella aveva fatto sapere che qualora i partiti avessero siglato un accordo sulla legge elettorale, avrebbe gradito un voto entro la fine di settembre, per consentire al Governo di porre mano alla legge di bilancio assai importante per gli scenari europei e per la messa in sicurezza del Paese”
- Riforme?
“Adesso siamo in una fase di riflessione, che durerà sino alla fine del mese, poi bisognerà vedere se esiste la possibilità residua di lavorare sulla legge elettorale, modificando quella che è naufragata, e soprattutto vedere se Renzi punta ancora al voto in autunno.”
- Maggioranza parlamentare?
“I partiti, e non solo i gran di schieramenti, ma anche i centristi di Alfano e Sinistra Italiana, devono metabolizzare questi risultati, fare riflessioni e riposizionamenti. Una elaborazione dalla quale, a cominciare dalla Sicilia, scaturiranno alleanze e aggregazioni che incideranno alle politiche”