Francesco é stato un “papa rivoluzionario” o un “papa eretico”? Certamente ha lanciato segnali contrastanti, se non proprio contradditori.
Papa Francesco
Da una parte, infatti, è stato un papa di grandi aperture innovative (come nei confronti dei movimenti popolari e nelle polemiche contro i grandi potentati politico-economici); ma, per altri versi, non ha nascosto pesanti giudizi su questioni eticamente sensibili (come il dibattito sul “genere” e le condanne dell’eutanasia). Da una parte ha interpretato il ruolo di papa in maniera originale, ma dall’altra parte ha lasciato inalterato il papato come istituzione (consentendo a chi verrà dopo di lui di recitare vecchi copioni medievali).
Personalmente sono convinto che il suo apporto più geniale è stato ricordare al mondo (e prima di tutto a cardinali, vescovi, preti, suore, fedeli tutti/e) che essere cristiani non significa prima di tutto accettare una ortodossia (un elenco di dogmi), bensì testimoniare una ortoprassi (una costellazione di buone pratiche): sulla scia del Gesù dei vangeli (non sappiamo quanto coincidente con il Gesù storico) esercitare nonviolenza e solidarietà, soprattutto amore gratuito, attivo, verso chi è disprezzato e sfruttato.
Se la Chiesa avrà un futuro sarà non in quanto agenzia culturale in grado di produrre sistemi teologici mirabolanti, bensì in quanto palestra di persone, comunità, movimenti specializzati nell’amore gratuito, nel dono creativo, nell’agape trasformatrice.
Dall’imminente Conclave si capirà se i cardinali hanno compreso la posta in gioco o se preferiranno far finta di niente.