Ottanta e non più ottanta per il grande e amatissimo Gigi nazionale. Compleanno tragico per Gigi Proietti stroncato da un infarto all’alba dei suoi 80 straordinari anni di grandi successi teatrali, cinematografici, televisivi, canori, come regista e da doppiatore di attori da Oscar: Dustin Hofmann, Robert de Niro, Sylvester Stallone, Marlon Brando, Richard Burton, Richard Harris.
Un artista completo, geniale e istrionico, intrinsecamente romano, popolare, senza spocchia, che ha attraversato da grande e acclamato mattatore la storia artistica e culturale del Paese fin dal dopoguerra.
Per amara ironia della sorte, un’ironia sardonica con la quale Proietti ha scherzato anche sul ricovero in ospedale, la crisi cardiaca poi risultata fatale si era manifestata mentre già erano in corso su tutti i media le celebrazioni culturali e i riconoscimenti unanimi per il suo ottantesimo compleanno.
Una ricorrenza che Proietti esorcizzava con una delle sue battute preferite, un ultimo tentativo di mandrakata: “Che dobbiamo fa’? La data è quella che è, il 2 novembre!” .
Un addio struggente quello di Gigi Proietti. Un rimpianto ed una tristezza sottolineati dal crescente caloroso interminabile e commosso applauso col quale tutti accompagniamo l’uscita di scena di uno dei più grandi mattatori della recitazione.
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Fondatore e Direttore di zerozeronews.it
Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Rai Palermo e Tg1