Da Roma a Londra. L’effetto Lamorgese sta trasformando il Viminale in un Ministero anglosassone dove il merito, più che con l’aplomb, lo stipendio e talvolta la politica, si misura esclusivamente con l’efficienza e i risultati.
La precedente lunga esperienza di Prefetto e, soprattutto, di capo di gabinetto del Dicastero, consente infatti al Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese di imprimere una capillare accelerazione agli interventi operativi e di individuare con precisione i requisiti necessari per il conferimento delle nomine e degli incarichi.
Dopo i recenti 14 movimenti di Prefetti, 9 dei quali di prima nomina, a cominciare dal neo Prefetto di Genova, Carmen Perrotta, il Viminale turbo Lamorgese si appresta a varare una seconda e più impegnativa serie di nomine e avvicendamenti.
La scelta più importante riguarda il ruolo di Capo di Gabinetto dell’Interno.
L’uscente Matteo Piantedosi potrebbe essere destinato ad assumere l’incarico di Prefetto di Napoli, in sostituzione di Carmela Pagano in quiescenza dal 5 dicembre.
Per il 56enne Piantedosi, Napoli potrebbe rappresentare il trampolino di lancio per gli incarichi ancora più prestigiosi per i quali negli ambienti istituzionali viene accreditato: il vertice della Polizia o del Dis, il dipartimento che coordina le agenzie di intelligence.
Secondo alcune ipotesi, al posto di Piantedosi potrebbe insediarsi il Prefetto Emilia Mazzuca, attualmente Consigliere per gli Affari interni e per i rapporti con le Autonomie del Quirinale.
Imminenti anche le nomine dei nuovi Prefetti di Bari e Pavia e, a partire dalla primavera prossima, la scelta del nuovo Capo del personale del Viminale, Prefetto Luigi Varatta e l’avvicendamento dei Prefetti di Palermo e Bologna.
Per Bari, per la sostituzione di Marilisa Magno, sarebbero in calo le aspirazioni dell’attuale Prefetto di Brindisi, Umberto Guidato, mentre per Palermo fra i candidati figurano Francesca Ferrandino, attuale Prefetto di Catanzaro, e Claudio Sammartino da un anno Prefetto di Catania.