Il 2020 si spegne fra terremoti e bagliori del quotidiano bombardamento del bollettino di guerra delle vittime dei ricoverati e dei contagiati della pandemia del Covid-19.
Una strage che complessivamente sfiora le 75 mila vittime e annovera un bilancio complessivo di oltre 2 milioni di casi, un milione e mezzo dei quali guariti. Dati nazionali che si aggiungono a quelli della tragedia mondiale della pandemia, e che hanno confermato in pieno per il bisestile 2020 il detto popolare di anno funesto risalente all’epoca romana. Una fama avvalorata anche dal mancato scioglimento a dicembre del Sangue di San Gennaro.
E’ essenzialmente lo sfondo di ben 22 Decreti del Presidente del Consiglio, emanati fra il 23 febbraio e il 3 dicembre, a connotare il marasma del contesto politico, economico e istituzionale del Paese. A ciò si aggiunge un panorama di vari avvenimenti sociali, religiosi, culturali e sportivi.
Sul piano politico il Governo Conte ha fronteggiato la crisi concentrica provocata in tutti i settori dalla pandemia fra polemiche interne alla maggioranza e contrasti con l’opposizione di centrodestra, ma è comunque riuscito ad ottenere dall’Europa, all’inizio dell’estate, uno stanziamento di 209 miliardi per la ricostruzione post Covid-19. La gestione di queste risorse, attraverso un apposito recovery plan, ha tuttavia innescato ulteriori divisioni nell’ambito della maggioranza di governo col Pd e soprattutto i renziani che, oltre al recovery plan, dissentono anche su vari altri punti dell’azione di governo. In particolare il mancato ricorso ai 36 miliardi dei fondi europei per la sanità, e la cessione della delega sull’intelligence da parte del Premier. L’epilogo del braccio di ferro su questi punti è ancora in pieno svolgimento e rimane tuttora incerto.
Nell’ambito dei partiti, le regionali in Toscana, Puglia, Veneto, Campania, Calabria, Liguria , Marche e Val d’ Aosta hanno sancito un netto arretramento in voti ed eletti rispetto alle politiche del 2018 del movimento 5 stelle, il sostanziale mantenimento del Pd e il miglioramento in percentuali ed eletti del centrodestra. Regionali seguite dalla scomparsa della 52enne parlamentare ed ex sottosegretaria Iole Santelli, di Forza Italia, per otto mesi Presidente della Regione Calabria, dal 15 febbraio al 15 ottobre.
Il 2020 è stato un anno particolarmente travagliato anche per il Vaticano. Le tensioni fra Papa Francesco e l’ala conservatrice della Chiesa, che si oppone alle riforme di Bergoglio, sono sfociate il 24 settembre nella clamorosa rimozione dall’incarico del Cardinale Giovanni Maria Becciu, ex potente sostituto della Segreteria di Stato. Una rimozione paragonata a un terremoto, decisa personalmente dal Pontefice e che riguarderebbe la gestione delle finanze vaticane. Il Papa ha poi ulteriormente tirato dritto, delimitando alla sola gestione diplomatica e non più finanziaria il ruolo della Segreteria di Stato e nominando ad ottobre altri 13 nuovi cardinali. In pratica incardinando così l’elezione di un successore continuatore e non restauratore rispetto all’attuale pontificato.
Fra gli altri record negativi il 2020 sarà ricordato anche come l’anno della scomparsa del maggior numero di campioni sportivi e di grandi protagonisti della musica, della cultura e del giornalismo.
Spiccano su tutte quelle di Ennio Morricone, vincitore di due Premi Oscar, tre Grammy Awards, quattro Golden Globes, dieci David di Donatello, undici Nastri d’argento, un Leone d’Oro ed autore di oltre 400 famose colonne sonore, e la scomparsa Gigi Proietti, genio poliedrico delle scene, stroncato da un infarto il 2 novembre all’alba dei suoi 80 straordinari anni di grandi successi teatrali, cinematografici, televisivi, canori, come regista e da doppiatore di attori da Oscar. Un artista completo, geniale e istrionico, intrinsecamente romano, popolare, senza spocchia, che ha attraversato da grande e acclamato mattatore la storia artistica e culturale del Paese fin dal dopoguerra.
Il Teatro e la musica perdono grandi protagoniste come Franca Valeri e la soprano Mirella Freni. L’architettura Vittorio Gregotti, la filosofia Emanuele Severino, l’economia Alberto Alesina, l’editoria Giulia Maria Crespi, la moda Pierre Cardin, la Chiesa padre Bartolomeo Sorge.
Lungo e fitto di glorie del calcio anche l’elenco dei protagonisti dello sport deceduti nel corso dell’anno: da Pietro Anastasi, il Pelè degli stadi italiani, a Mario Corso, il deus ex calcio della grande Inter, al campione dei campioni dei due mondi Diego Armando Maradona, a Pablito, Paolo Rossi, l’eroe del mundial del 1982 in Spagna.
Il giornalismo piange la perdita del gigante dell’informazione Rai, Sergio Zavoli, e del cronista di razza Giampaolo Pansa, polemista che lasciava il segno, commentatore dallo sguardo lungo, che è stato una delle prime firme del giornalismo, paragonabile a Enzo Biagi, Gianni Brera, Indro Montanelli, Giorgio Bocca e a scrittori come Pietro Citati e Umberto Eco. Impossibile dimenticare i grandi scrittori Gianni Mura e Roberto Gervaso, ed i mitici inviati della Rai Italo Moretti, Sandro Petrone, Pino Scaccia ed Alfredo Pigna. Nonchè l’ eredità umana e professionale lasciata da Peppino Caldarola. Davvero un anno da dimenticare.