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Csm 2 Consiglio di Stato 1 ma il match continua

In termini calcistici si potrebbe dire che Mattarella ha fischiato la fine del braccio di ferro fra  Csm e Consiglio di Stato sul due a uno per Palazzo dei Marescialli. Dopo tre bocciature consecutive da parte di Palazzo Spada di nomine di primo piano decise dal Consiglio Superiore della Magistratura, è però ancora presto per dire se il parziale riequilibrio conseguito da Palazzo dei Marescialli sia definitivo o solo provvisorio.

“Mi limito a esprimere gli auguri nei confronti del presidente Pietro Curzio e della presidente aggiunta Margherita Cassano, ribadendo le considerazioni che avevo espresso nella seduta del 15 luglio del 2020 e manifestando la fiducia che ispira la loro lunga attività in magistratura”: così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo in chiusura del Plenum del Csm che a larga maggioranza ha approvato le delibere di conferma delle nomine di Pietro Curzio e Margherita Cassano ai vertici della Cassazione, ha in sostanza avallato la decisione che “chiude” il “braccio di ferro” col Consiglio di Stato, assicura la piena operatività dell’esercizio delle due funzioni di rilievo fondamentale dell’ordine giudiziario e consente una normale inaugurazione dell’anno giudiziario da parte della Suprema Corte.Csm 2 Consiglio di Stato 1 ma il match continua

La significativa presenza del Capo dello Stato che alla scadenza del mandato presidenziale ha presieduto l’organo di autogoverno della magistratura, rappresenta una indubbia legittimazione della decisione del Csm di riconfermare con nuove e adeguate motivazioni che “sanano” e “legittimano” le indicazioni delle precedenti le nomine dei due vertici della Suprema Corte.

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Palazzo Spada sede del Consiglio di Stato

La tesi espressa e approvata a larga maggioranza dal Plenum del Csm è stata la seguente: ” Nessun conflitto con il Consiglio di Stato, nessuna volontà di disattendere i suoi rilievi. La rapidità con cui il Csm ha confermato i vertici della Cassazione non é sintomo di superficialità, tutt’altro. E’  stata dettata dalla necessità di non lasciare scoperta una funzione così delicata, anche in considerazione della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, che si terrà domani in Cassazione. E la nuova comparazione tra i candidati ha confermato che quelli scelti sono effettivamente i più idonei.”

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Loredana Micciché

“Non si può in questo caso parlare di scontro istituzionale o di conflitto fra diverse giurisdizioni”, ha argomentato la Consigliera Loredana Micciché, di Magistratura indipendente, rivendicando il lavoro fatto per la riproposizione delle nomine. “Siamo ritornati, dedicando lunghe ore di lavoro nella competente Commissione, allo studio di pratiche già approfonditamente esaminate, a ripercorrere, sulla base degli atti in nostro possesso, gli aspetti motivazionali che il giudice amministrativo ci ha chiesto di emendare. Siamo convinti dell’esistenza di ampi spazi che consentono una compiuta risposta ai vizi rilevati nella sentenza di annullamento”.Csm 2 Consiglio di Stato 1 ma il match continua

E’ una scelta “pienamente rispettosa delle sentenze del giudice amministrativo” , che “é sbagliato, leggere aprioristicamente in termini di scontro tra poteri o di schiaffi tra le istituzioni”, ha detto la consigliera Alessandra Dal Moro, di Area, che ha comunque invitato il giudice amministrativo a non “sostituirsi al Consiglio nelle scelte di merito da adottare”, tanto più in un momento di “indubbia crisi di autorevolezza” del Csm .

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Antonio D’Amato

Non si potevano lasciare scoperte “funzioni cruciali”: di qui “estrema urgenza” di cui si é fatta carico per la Commissione incarichi Direttivi, ha spiegato il presidente della Quinta Commissione Antonio D’Amato, Mi, di fronte a un “vuoto non conciliabile con il dovere di garantire la copertura delle funzioni di vertice della magistratura”.

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Fulvio Gigliotti

All’avvio del plenum del Csm, il relatore Fulvio Gigliotti ha illustrato la pratica sulla nomina di Pietro Curzio a Primo Presidente della Corte di Cassazione. “Il Consiglio di Stato ha annullato la delibera di nomina di Pietro Curzio a Primo Presidente di Cassazione, ritenendone non ragionevole la motivazione, in considerazione della più lunga esperienza di legittimità del ricorrente, Angelo Spirito. Lo stesso Consiglio di Stato, peraltro, sollecitando la riedizione del potere da parte di questo Consiglio, non ne ha indirizzato la formulazione in un senso predeterminato, piuttosto che in un altro. All’esito di una assai densa – ancorché sollecita – discussione, la Quinta Commissione, propone al Consiglio, in sede di ottemperanza spontanea, la nomina di Pietro Curzio, con nuova, articolata e puntuale motivazione”. Gigliotti ha aggiunto che “le censure del Consiglio di Stato si sono appuntate, in particolare, sulla valutazione dei cosiddetti indicatori specifici di cui all’art. 21 del cosiddetto testo unico sulla dirigenza giudiziaria, i quali sono: a) l’adeguato periodo di permanenza nelle funzioni di legittimità, almeno protratto per sei anni complessivi, anche se non continuativi; b) la partecipazione alle Sezioni Unite; c) l’esperienza maturata all’ufficio spoglio; d) le esperienze e le competenze organizzative maturate nell’esercizio delle funzioni giudiziarie, anche con riferimento alla presidenza dei collegi”.

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Alberto Benedetti

Esprimendosi a favore della conferma delle nomine, il laico del M5S Alberto Benedetti ha invitato a riflettere sul fatto che ”il vizio di motivazione irragionevole porta inevitabilmente a un giudizio sul e di merito che rischia di creare un vulnus alle funzioni costituzionali del CSM e al principio di autonomia della magistratura, oggi messo in discussione in Europa e in molte parti del mondo. Benedetti ha concluso auspicando “un intervento del legislatore che metta ordine sul regime di impugnazione delle delibere del CSM, in modo coerente con le funzioni di rilievo costituzionali svolte da quest’organo”.Csm 2 Consiglio di Stato 1 ma il match continua

Il Plenum ha dunque ratificato le nuove nomine di Pietro Curzio e Margherita Cassano con 19 voti favorevoli, tre contrari e tre astenuti.      I voti contrari sono stati quelli dei consiglieri togati Sebastiano Ardita (Autonomia&Indipendenza), dell’indipendente Nino di Matteo e del laico della Lega Stefano Cavanna. Si sono astenuti i togati Concetta Grillo e Michele Ciambellini, di Unicost, e Carmelo Celentano.

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Sebastiano Ardita

Ardita in particolare ha sottolineato come le ragioni del suo ‘no’ “trovino fondamento nei tempi stretti, nella mancanza di puntualità e completezza della nuova deliberazione adottata e nella impossibilità di formulare una eventuale proposta alternativa”. Secondo il Consigliere Sebastiano Ardita “occorre evitare, nel metodo prima ancora che nel merito, di dare l’impressione di voler eludere le decisioni del giudice amministrativo”.Csm 2 Consiglio di Stato 1 ma il match continua

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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