By Vito Riggio*
L’Alitalia vola attorno alla penisola come un aereo a corto di carburante che aspetta il turno per atterrare. Dalla torre di controllo si fa sapere è necessario un rinvio per Alitalia a dopo le elezioni europee.
Un Governo paralizzato si dedica alla conta del consenso e lascia intendere che la soluzione sarebbe alle viste.
Francamente è difficile credere che ciò sia vero.
Da quello che si sa (ed è troppo poco per un Governo che ha fatto della trasparenza una bandiera), le FS (Holding Ferrovie dello stato) dovrebbero mettere insieme una cordata non superandovi il 30%.
Si sa che il MEF il Ministero Economia e Finanze potrebbe trasformare il rimborso degli interessi sul prestito ponte e saremmo ad un altro 15%.
Mancano all’appello il 55% cioè circa 500 milioni, dato per scontato che un miliardo basti per rilanciare una compagnia che anche quest’anno ne perde più di quattrocento.
E il prestito? Si pensa forse di non restituirlo? In questo caso sarebbe possibile, anzi molto probabile che l’Unione Europea, anche se vincessero i sovranisti, chiederebbe conto di una misura che somiglia troppo ad un aiuto di stato, escluso dai Trattati.
Si è fatto scrivere sui giornali senza confermare né smentire che Delta Airlines sarebbe pronta a prendere un altro 15%. Resterebbe un 40%, cioè la base di una possibile governance privata con un partner statale forte che dovrebbe andare alla vituperata Atlantia, che ha smentito, almeno fin quando non si saranno create condizioni diverse.
Comunque, se le cose non cambiano, con una dotazione iniziale insufficiente, attorno ad un miliardo, ci sarebbe una robusta presenza pubblica (Ferrovie e Tesoro) dell’ordine del 45% con una alleanza con privati del settore, nazionali ed internazionali, cui presumibilmente toccherebbe di indicare l’amministratore.
Dettagli essenziali tutti di cui non sappiamo nulla. In queste condizioni dare giudizi è inutile.
Le cifre non sono queste? Possibile. Ma quali sono? Interrogativi al momento senza risposta dato che tutti si sono buttati a capofitto nella lotta elettorale.
I commissari aspetteranno giugno. Speriamo che dopo l’ordalia elettorale, le proposte vengano definite e si possa partire con rinnovato impegno per il bene di una compagnia che se non è più di bandiera ha tanta storia e tanto denaro pubblico nelle ali.
* già Presidente dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile