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Baluardo dell’Europa G7 e Nato a difesa dell’Ucraina

Orizzonte di pace e incessante sostegno alla resistenza del popolo ucraino per scongiurare il dilagare della guerra in Europa. Non c’è contraddizione fra l’obiettivo della pace e l’intensificazione delle forniture di armi e  dell’ assistenza militare ed economica a Kiev, al centro dei due vertici internazionali del 48 esimo G7  che inizia domenica a Schloss Elmau, sulle Alpi bavaresi, e della Nato a Madrid il 29 e 30 giugno.

Dal ruolo del G7 come mediatore per la pace e la sicurezza si passerà alla trasposizione operativa dell’alleanza atlantica su come garantire e, soprattutto, difendere la pace e la sicurezza europea.

Due vertici internazionali un unico baluardo a difesa dell’Ucraina invasa e devastata dalla Russia di Putin.  Quello di Madrid in particolare, con la partecipazione di oltre 40 leader mondiali sarà il vertice Nato più importante e delicato da oltre dieci anni, perché avvierà il riassetto dell’alleanza rispetto agli sviluppi e soprattutto agli esiti dell’invasione militare di Mosca dell’Ucraina e in un contesto geopolitico globale in forte mutamento: dalla minaccia della Russia all’espansione dell’Alleanza a Svezia e Finlandia, dai rapporti transatlantici alle contese multipolari.

Baluardo dell'Europa G7 e Nato a difesa dell'Ucraina
Il Segretario Generale della Nato Jens Stoltemberg

L’obiettivo, ha evidenziato il Segretario generale Stoltenberg, è quello di ” sviluppare un nuovo concetto strategico che serva da guida per il futuro e le sfide che possono prospettarsi per la Nato”.

Dalle dichiarazioni e dalle decisioni della vigilia del Presidente americano Biden, del Premier Mario Draghi, del Cancelliere tedesco Olaf Scholz e dal Presidente francese Macron, trapela la consapevolezza che soltanto garantendo la totale salvaguardia della sovranità e dell’indipendenza dell’Ucraina si può scongiurare la certezza purtroppo ormai storica della prosecuzione ai danni di altre nazioni europee dell’imperialismo russo.

Il Premier Mario Draghi

Nonostante l’ostentata indifferenza del Cremlino al recente avvio della procedura di ingresso nell’Unione Europea dell’Ucraina e i due imminenti summit, la sfida strategica, oltre che economica e globale dell’occidente viene seguita a Mosca con crescente apprensione perché coincide con l’impatto sempre più evidente delle sanzioni tanto sulla qualità della vita del popolo russo tornata praticamente ai livelli autarchici dell’Unione Sovietica, quanto sotto l’aspetto della produzione industriale e quel che è ancora più incisivo dell’indotto militare. L’impossibilità di importare specifici materiali e prodotti sta impedendo per esempio la normale prosecuzione della produzione di missili di precisione e di altri fondamentali sistemi d’arma per l’esercito.

La conferma indiretta viene dalle difficoltà dell’ Aereonautica militare russa nel supporto ai reparti corazzati che prendono parte all’invasione dell’Ucraina. Difficoltà di impiego, per evitare che vengano abbattuti dai missili di ultima generazione della contraerea ucraina, del caccia multiruolo stealth Sukhoi Su-57  e del Sukhoi 35, il più moderno intercettore in servizio nell’aviazione di Mosca. E difficoltà determinate anche dall’inadeguato organico dei piloti. Tanto che secondo l’intelligence britannica il comando dell’aeronautica militare utilizza piloti in pensione della sedicente agenzia mercenaria Wagner, in realtà alle dipendenze del Cremlino. Piloti in pensione che vengono mandati in prima linea su vecchi modelli di caccia Sukhoi Su-25Baluardo dell'Europa G7 e Nato a difesa dell'Ucraina

Il mistero che circonda il Cremlino non è riuscito ad occultare, per la rilevanza del caso, la progressione della tragica scia di morte che lambisce il Presidente russo. Dopo i ricorrenti “suicidi” di diversi manager e oligarchi, questa volta è stato trovato senza vita con un colpo di pistola alla testa Vadim Zimin, ex alto ufficiale della cerchia ristretta della sicurezza di Putin,  incaricato di portare la valigetta con i codici nucleari. Era agli arresti domiciliari per un presunto caso di corruzione.

Il Colonnello Vadim Zimin accanto a Putin con la valigetta dei codici atomici

Sul lungo fronte di distruzioni che da Kharkiv si estende fino a Mykolaïv, l’arrivo dei nuovi sistemi missilistici americani e inglesi Himars non cambierà immediatamente la situazione a vantaggio delle truppe ucraine, ma eviterà loro ulteriori arretramenti e perdite. Per evitare l’accerchiamento i reparti impegnati nella difesa della città di Severodonetsk, assediata dall’armata russa, hanno effettuato un ripiegamento su posizioni maggiormente difendibili.

Lo sviluppo dell’impostazione tattica delle truppe di Kiev prevede due tempi: l’arginamento dell’avanzata russa, che fra l’altro non potrà reggere a lungo il ritmo delle ingenti perdite subite, e poi una volta completato l’ammodernamento dell’arsenale e la disponibilità dei nuovi armamenti, lanciare la controffensiva.

Una strategia di vita o di morte per il popolo ucraino, che sopra ogni cosa attende dai vertici del G7 e della Nato il sostegno affinché il suo sacrificio non sia inutile.

 

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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