Sarebbe facile titolare: “assassini in libertà, nonni quasi centenari condannati per reati finanziari sbattuti in carcere.” Ma purtroppo la realtà non si discosta dall’ ironia.

Si é risolto nella serata di martedì, dopo che un’altro giudice di sorveglianza lo ha assegnato alla detenzione domiciliare, il caso del 94enne da venerdì scorso richiuso nel carcere fiorentino di Sollicciano. Si tratta dell’ex editore Renato Cacciapuoti arrestato e trasferito nella casa circondariale del capoluogo toscano per una condanna diventata definitiva per reati di natura finanziaria.
La condanna riguarda il crac di un’azienda avvenuto circa quindici anni addietro. La sentenza di primo grado, a quattro anni e otto mesi, é stata confermata dalla Corte d’appello ed in assenza di ricorso in Cassazione é diventa definitiva tanto che il giudice del tribunale di Firenze ha emesso un provvedimento di immediata carcerazione.
A Sollicciano sono stati comunque attivati tutti i protocolli del caso affinché l’anziano potesse essere trasferito prima possibile in una casa di cura in grado di tutelare e garantire la sua salute.
L’avvocato Luca Bellezza che assiste l’anziano ha fatto istanza di differimento pena per motivi di salute o in alternativa l’applicazione della detenzione domiciliare, misura destinata per legge agli ultrasettantenni ed il giudice di sorveglianza ha chiesto una relazione ai medici della casa circondariale.
I sanitari verificano che il detenuto, pur essendo in buon stato di salute é un soggetto fragile, c’è il rischio di un suo rapido declino e pertanto auspicano l’adozione di misure alternative e sollecitano una perizia per dichiarare l’incompatibilità con il regime carcerario.
Nonostante questo, il giudice ha respinto l’istanza con la motivazione che : ”non ci sono i requisiti di urgenza, alla luce delle condizioni di salute attestate dei medici”.
Per cinque giorni, dunque, il detenuto più anziano d’Italia é rimasto in carcere, in attesa della decisione del Tribunale di sorveglianza, in veste collegiale, che ha disposto la detenzione domiciliare.
Carcere di Sollicciano
Sulla vicenda é intervenuto il garante regionale dei detenuti della Toscana, l’avvocato Giuseppe Fanfani che ha dichiarato: “In carcere a 94 anni per bancarotta e nemmeno in un carcere qualsiasi ma a Sollicciano, tra gli istituti di pena dove le condizioni di reclusione sono disastrose, inumane”.

Il garante dei detenuti ha rivolto un appello al ministro della Giustizia , Carlo Nordio: sottolineando: “ Al ministro chiedo di intervenire subito. Dopo le tante parole spese sul carcere fiorentino, deve attivarsi senza perdere tempo. Sostenere che il novantenne sia socialmente pericoloso é assurdo”. ”È una cosa incredibile, inumana, indegna di un paese sedicente civile. Non avrei mai creduto di vedere, in oltre 50 di avvocatura, un novantaquattrenne in carcere. Non so e non voglio sapere di chi sia la colpa, anche perché tutti si tireranno fuori, ma ritenerlo compatibile con il carcere è inconcepibile. Ritenere – continua Fanfani – che, sottratto al proprio ambiente, sottratto alla propria vita ed ai propri affetti possa sopravvivere è inconcepibile. Questo é un sistema malato che non ammette umanità ” ha concluso Fanfani.
Fonti: Adnkronos, Ansa