Cuore & Batticuore Rubrica settimanale di posta storie di vita e vicende vissute
by Anna Messina *
La sera, come molte sere, dopo la chiusura dei negozi, dopo le 20 per intenderci, dopo aver finito in studio, aver fatto la spesa, mi piace fare il giro largo, ma molto largo, per tornare a casa. È un orario molto particolare, non c’è più molto traffico, e se c’è, quel traffico scorre.
Un CD di Einaudi, e inizia Divenire.
Non so se lo conosci, non saprei descriverlo: come un flusso di note che ti entrano nei pori, e la musica ce l’hai sotto la pelle e non la senti con le orecchie. Non saprei descrivertelo, te l’ho detto.
E mentre Einaudi ti assorbe, mi ritrovo a guardare sempre le stesse cose.
I semafori, complici in questo rito, mi portano a quelle immagini ferme per circa trenta secondi; figure sedute sugli autobus, immobili, guardano davanti, fisse, e penso sempre: “Chissà cosa stanno pensando!”
Io le ho sempre guardate le persone sugli autobus dalla mia macchina, attraverso i vetri sporchi di quegli autobus.
Mi faccio le loro storie, vedo i loro pensieri, alcuni forse andranno in case silenziose o vuote, altri sentiranno voci di bambini che strillano per casa, ma tutti tornano da qualcuno o da qualcosa. Tutti? No, forse alcuni non tornano nemmeno a casa. E poi quelli soli alle fermate, i giovani con gli zaini e smartphone alla mano.
“Divenire” dura quasi sette minuti, quante cose riesco a vedere in quasi sette minuti, semafori permettendo.
Adesso sai il mio segreto.
Forse comincerai a guardare le persone sugli autobus mentre ascolti Divenire di Einaudi, a quell’ora però.
Se lo fai, poi raccontamelo…
*Anna Messina, Avvocato civilista che definisce la sua notevole scrittura “una piccola nota creativa per colorare il grigio della professione”.
Essere e divenire, sulle note new spiritual del compositore Ludovico Einaudi, oppure ascoltando la versione strumentale di Something dei Beatles o Piano man di Billy Joel, mentre si osservano le luci delle finestre, la casuale sfilata dei passeggeri dei bus o le file di persone in attesa dei taxi e ci si sorprende a rintracciarvi la stessa enigmatica espressività dei quadri di Edward Hopper. Esistenze parallele, scrutando le quali tuttavia si manifesta inconsciamente un modo per segnalare la propria presenza, la ricerca di un riflesso. Interpretazioni non generalizzabili, ma che segnalano una latente tendenza all’autoanalisi con le quali tutti si tenta di elaborare e rimuovere le ansie esistenziali. Quell’impalpabile, recondita, ansia provocata talvolta da una insospettabile e soprattutto apparentemente inspiegabile angoscia della vita. L’angoscia del limite, di legami che inavvertitamente portano ad immergersi in attività frenetiche nel tentativo di controllare la vita e l’incertezza che comporta. Ansia e angosce che si spazzano via con la consapevolezza di se stessi, con la capacità di comprendere e liberare i propri pensieri, emozioni, sentimenti e comportamenti, così come le proprie motivazioni e i propri valori. Esattamente come per le vibrazioni di Divenire e le emozioni di Something e Piano man.