Cile sull’orlo della guerra civile. Il numero delle vittime aumenta di ora in ora. Il coprifuoco imposto dal Governo, che ha mobilitato le forze armate, non ferma la rivolta e le proteste contro il carovita e la corruzione che da anni divorano il Paese.
Le pattuglie militari per le strade di Santiago e nelle principali città rischiano di fare riprecipitare i cileni nei tragici giorni della dittatura militare.
La maledizione del generale Augusto Pinochet ed il fantasma del Presidente Salvador Allende, assassinato nel colpo di stato del 1973, del resto sono sempre onnipresenti nel duro confronto politico fra lo schieramento conservatore e quello progressista.
Oltre alle vittime degli scontri fra manifestanti e militari aumenta anche il numero delle vittime degli incendi e delle esplosioni. Almeno cinque persone sono rimaste uccise in un incendio divampato durante il saccheggio di una fabbrica tessile alle porte di Santiago. “ Il Paese è in guerra” ha dichiarato il Presidente Sebastián Piñera, finito nella bufera perché fotografato in pizzeria mentre per le strade di Santiago i protestanti venivano uccisi.
L’aumento del biglietto della metro a Santiago è solo la punta dell’iceberg della rivolta sociale che sta divampando in Cile, dove i manifestanti adesso chiedono le dimissioni del presidente Piñera.
A fare da sfondo alle proteste sono le forti diseguaglianze sociali nell’accesso ai servizi sanitari e l’istruzione molto carenti, la concentrazione delle ricchezze del paese ricchezza nelle mani di una minoranza, l’impunità per la corruzione diffusa e il divario tra classe politica e società.
Il diffuso malcontento dei cileni é sfociato in rabbia e violenza. In realtà alcuni dei motivi del profondo malessere socio-economico risalgono alla dittatura della giunta militare guidata da Pinochet, che si protrasse dal 1973 al 990. La cancellazione dell’aumento del prezzo del biglietto del trasporto pubblico non è bastata a placcare le proteste.
Uno dei nodi della contestazione sociale riguarda il sistema pensionistico privatizzato, in vigore dal 1980. Obbliga i lavoratori a depositare ogni mese il 12% circa delle proprie entrate in fondi pensionistici gestiti da enti privati: somme che gli Amministratori di Fondi di Pensioni (Afp) investono sui mercati, realizzando profitti milionari, mentre la pensione versata ai contribuenti é inferiore (l’equivalente di circa 220 dollari mensili) allo stipendio percepito durante l’attività professionale e al reddito minimo che si aggira intorno ai 422 dollari. Un altro sistema in vigore, ma solo per dipendenti della polizia e delle forze armate paga, invece, pensioni molto piu’ alte.
In Cile inoltre , a partire dal 1981, lo Stato ha favorito la nascita e l’espansione di un sistema scolastico ed universitario privato. Oggi le università private sono il 40% dell’offerta e nel contempo lo Stato ha ridotto i suoi contributi alle università pubbliche. Molte delle famiglie non hanno altra scelta che indebitarsi per poter pagare le elevate tasse universitarie dei figli, con la conseguenza che i neo lavoratori sono indebitati e per anni devono rimborsare i prestiti contratti per lo studio.
Nel 2016 l’ex presidente Michelle Bachelet ha in parte corretto il sistema per gli studenti con meno risorse, ma non é bastato a ridurre l’indebitamento dei giovani.
Altrettanto discriminatorio e precario il sistema della sanità pubblica orientato verso la privatizzazione dei servizi. I cileni sono costretti a destinare il 7% del proprio stipendio ad un’assicurazione sanitaria a scelta tra quella del sistema pubblico – il Fondo nazionale per la salute (Fonasa) – e quella privata. Circa 14 milioni di persone hanno scelto il pubblico, ma i servizi a disposizione negli ospedali sono sempre più carenti. Non va neanche meglio a chi si orienta verso il privato, i cittadini più abbienti: le prestazioni sono molto costose e la copertura sanitaria é più bassa, soprattutto per donne e anziani, il che crea ulteriori discriminazioni.
Il costo della vita e dei beni essenziali é alle stelle in Cile, in particolare per chi vive a Santiago. Nell’ultimo decennio nella capitale i prezzi delle case sono aumentati del 150%, quelli di energia elettrica e medicinali del 10%, ma nel contempo il reddito medio è cresciuto soltanto del 25%.
Negli ultimi anni i vertici delle Forze armate sono stati coinvolti in casi di corruzione milionari. In politica, invece, é diventata pratica corrente il finanziamento illecito delle campagne elettorali dei candidati, sia dei partiti di destra che di sinistra, da parte dei potentati economici cileni. Casi di corruzione sono all’ordine del giorno ma rimangono impuniti, sanzionati soltanto con multe.
Mentre rimbomba il silenzio e l’indifferenza delle Nazioni Unite e dei paesi più industrializzati, molti i telespettatori occidentali e europei in particolare che istintivamente ricordato la storica canzone degli Inti Illimani, ” el pueblo unido jamàs serà vencido….”