Dalla palude di veleni e di sabbie mobili che da settimane stravolgono la 15^ Consiliatura del Csm e l’intera Magistratura, dopo tante, troppe, omelie più o meno di parte o interessate, emerge una dichiarazione di verità che più di ogni altra fotografa la situazione.
E’ la valutazione netta di un magistrato al di sopra delle parti, Federico Cafiero De Raho: “Io credo che gli anticorpi della magistratura siano evidenziati proprio da come quel che è successo sia emerso immediatamente, quindi quasi in tempo reale” ha affermato il Procuratore nazionale antimafia, a margine della conferenza stampa a Bari sull’operazione antimafia contro due clan del foggiano.
Rispondendo alla domanda di una giornalista sulla tempesta giudiziaria che si sta abbattendo sul Consiglio Superiore della Magistratura Cafiero De Raho ha sottolineato come “tutti ormai conoscano parte di quello che è avvenuto e ci auguriamo di conoscere anche il resto per comprendere esattamente quale sia il grado dei comportamenti che verranno valutati e tutti possano averne piena conoscenza. Io credo che la conoscenza sia il primo grado di una democrazia che funziona. Vedo che tutti conosciamo e quindi sappiamo. Proprio per questo – ha concluso – credo che anche i cittadini possano avere piena fiducia nella giustizia che è stata capace di affrontare immediatamente i fatti e portarli a conoscenza di tutti ancor prima che si conosca quale sia effettivamente il grado di inquinamento”.
Come uscire dal vortice del gioco al massacro? Come assicurare un passaggio di consegne al vertice della Procura di Roma che salvaguardi i livelli operativi raggiunti, il prestigio dell’ordine giudiziario e l’interesse essenziale del Paese al controllo di legalità?
Il Ministro della Giustizia “non deve commentare o fare polemiche, ma deve reagire insieme a tutte le altre istituzioni e questo é quello che faremo”: così ha risposto il Guardasigilli, Alfondo Bonafede , in una intervista rilasciata all’ “Agenzia Nova“.
“Senza entrare nel merito delle singole inchieste e dei singoli fatti su cui gli organi preposti faranno gli accertamenti che devono fare”, ha sottolineato il Ministro della Giustizia “credo non sia più procrastinabile una riforma che intervenga sull’assetto del Consiglio superiore della magistratura. Tutti gli organi dello Stato devono reagire compatti e quindi apro un confronto con tutte le altre istituzioni”, ha spiegato Bonafede. “Porterò a questo confronto le mie proposte su cui stavo già lavorando. Credo sia importante reagire non soltanto nell’interesse dei cittadini – che hanno diritto ad avere una giustizia affidabile e credibile – ma anche per tutti quei magistrati che lavorano faticosamente, con passione, professionalita’ e in alcune aree del nostro paese con grande coraggio. Non voglio”, ha concluso il Ministro Bonafede “che il loro lavoro, il loro spirito di servizio venga macchiato da inchieste varie: loro chiedono che le istituzioni siano compatte per dare una risposta e così sarà”.
“Io dico che bisogna stare attenti a non confondere la politica con la giustizia – affermava Giovanni Falcone – “ perché in questo modo, l’Italia, pretesa culla del diritto, rischia di diventarne la tomba.”