by Emanuela Locci
Le questioni di genere, ormai sistematicamente presenti nelle agende politiche di tutti i paesi occidentali, non risparmiano neanche il Medio Oriente, e investono soprattutto le realtà più riformiste come quella degli Emirati Arabi Uniti che negli ultimi anni si sono dimostrati leader nella regione nell’abbattimento delle differenze di genere.
Come certificato dal rapporto Global Gender Gap del Forum Economico Mondiale del 2018, questo importante risultato è frutto di anni di politiche sociali mirate a raggiungere l’effettiva parità di genere.
Il governo emiratino infatti, attraverso una serie di iniziative che hanno interessato sia il settore privato che quello pubblico, si è sforzato di adeguare il Paese, avvicinandolo ai canoni occidentali. L’uguaglianza di genere è infatti ora garantita a livello costituzionale e le donne godono formalmente degli stessi diritti degli uomini.
Le politiche emiratine hanno prodotto nell’arco di pochi anni una mutazione della condizione femminile che fino a pochi decenni fa ricalcava fedelmente la visione tradizionale islamica del ruolo della donna in seno alla famiglia e alla società.
Sono ormai 36 anni che lo stato mette in campo azioni e strategie per raggiungere la parità di genere e il miglioramento della condizione femminile è andato di pari passo con lo sviluppo economico e sociale del Paese.
Un rapido sguardo ai numeri permette di riscontrare come il tasso di alfabetizzazione sia vicino al 96% e che le donne, più degli uomini, terminano il loro percorso scolastico.
Il 77% delle donne si diploma e il 70% giunge alla laurea, e più della metà dei laureati in materie scientifiche sono donne, ciò anche grazie agli incentivi statali.
Le donne hanno conquistato molti spazi che in precedenza erano considerati esclusivo appannaggio maschile: sono 23.000 le donne d’affari e il 15% delle posizioni nei consigli di amministrazione in settori chiave, come il commercio, sono rette da donne.
Anche in ambito politico la presenza femminile è forte e in continua crescita, anche grazie all’incoraggiamento del governo e la presenza delle donne è particolarmente vigorosa nel settore pubblico.
Nello specifico, se si considerano i ruoli di potere politico effettivo, gli Emirati vantano nove ministre e otto deputate nel Consiglio Nazionale Federale.
Lo sceicco Khalifa bin Zayed Al Nahyan, Presidente degli Emirati Arabi Uniti dal 2004 nonché Emiro di Abu Dhabi, ha invitato tutte le donne a candidarsi alle prossime elezioni che si terranno tra poche settimane.
L’invito è la conseguenza pratica della volontà dei governanti che con le elezioni metà dei seggi del parlamento siano assegnati a donne. Ad oggi il presidente del Parlamento è una donna, Amal Al Qubaisi, la prima a ricoprire questo ruolo nell’area medio orientale. Numerose donne inoltre occupano ruoli di rilievo anche nell’ambito della giustizia, del sistema militare e della diplomazia.
L’azione del governo non si estingue a livello nazionale, ma forte è il sostegno economico garantito ad alcune istituzioni, la UN Women e la Banca Mondiale che al loro interno portano avanti iniziative per la completa integrazione femminile nel sistema economico, sociale e politico mondiale.
Finora i progressi compiuti hanno permesso agli Emirati Arabi di eliminare il 64% del gap generale di genere, traguardo che ha consentito al paese di porsi nel novero di quelli che hanno ottenuto i risultati migliori, soprattutto tra i paesi del Golfo. Molta strada è stata percorsa, ma anche sé già visibile il traguardo finale è ancora da raggiungere.