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Guerra rimossa ma l’Ucraina muore ogni giorno di più 

Buio e silenzio su massacri e distruzioni. L’Ucraina muore ogni giorno di più, incessantemente bombardata e devastata, ma l’invasione scatenata dalla Russia di Putin non è più sulle prime pagine della stampa mondiale.Guerra rimossa ma l'Ucraina muore ogni giorno di più 

Gas, grano, petrolio e tempo rappresentano il poker mediatico strategico che si sovrappone alle news sulle battaglie in corso. Battaglie che infuriano sul fronte meridionale, dove i russi tentano di conquistare la seconda provincia del Donbass, quella di Donetsk, per occupare così l’intero bacino minerario di Sloviansk e Kramatorsk, ma incontrano una crescente resistenza da parte delle forze ucraine, mentre gli sviluppi dell’offensiva sono sempre più strettamente connessi ai contraccolpi internazionali riguardanti le sanzioni contro Mosca e l’arma energetica alla quale il Cremlino sta facendo ricorso per ricattare e dividere l’Europa.

Dopo quasi cinque mesi di guerra si ha l’impressione che nonostante il continuo ricorso ai bombardamenti indiscriminati dell’artiglieria e del lancio di missili contro centri abitati e strutture civili, le forze russe più che proseguire l’avanzata su larga scala, tendano a consolidare le posizioni conquistate. L’analisi dell’intelligence è suffragata da vari elementi politici, economici, strategici e dalle ricognizioni dietro le linee russe.Guerra rimossa ma l'Ucraina muore ogni giorno di più 

Sul piano politico il pacchetto di interventi e di misure economiche che Putin ha presentato alla Duma evidenzia l’urgenza di attuare provvedimenti a sostegno della produzione industriale e dei consumi per far fronte alle conseguenze delle sanzioni. Effetti che condizionano anche la produzione di armamenti e in particolare di missili. Da questo punto di vista il tempo dunque, nonostante i bluff e i proclami di sfida all’occidente, gioca a svantaggio della Russia.

L’altro elemento economico strategico è quello dell’enorme surplus di gas e petrolio invenduti. Eccedenze che, sempre più ingombranti, continuano ad ammassarsi e che se da un lato provocano inflazione e gravi conseguenze economiche all’Europa, dall’altro azzerano per Mosca le entrate di valuta pregiata in euro e dollari. Entrate non compensabili con i yuan cinesi. Né per motivi di tempo e di costi con gli acquisti di India, Indonesia e altri paesi dell’Asia e del Sud America, come il Brasile, sempre in bilico sul default.

L’unica vera arma energetica in mano ai russi, con la complicità del doppio gioco della Turchia, è quella del grano e della produzione agricola ucraina.Ucraina, Di Maio teme che la “guerra del pane” diventi globale – La Voce di New York

Secondo i rilevamenti dei satelliti della Nasa, l’ente spaziale Usa, l’armata russa controlla il 22% della produzione agricola ucraina e nel paese sono andate perdute un terzo delle aree coltivabili, con la conseguenza che quest’anno la produzione di mais scenderà del 54% e quella di girasoli del 40%.

L’arma del ricatto del grano penalizza i paesi del terzo mondo e viene cinicamente usata da Putin per provocare nuove ondate migratorie verso l’Europa.

Contro il Presidente russo si è levata, come una scomunica, l’autorevole voce del rabbino capo di Mosca Pinchas Goldschmidt, costretto a fuggire da Mosca e a rifugiarsi prima in Ungheria e poi in Israele per la coraggiosa condanna pubblica della guerra. “Non potevo rimanere in silenzio di fronte a tanta sofferenza umana”  ha scritto su twitter Goldschmidt. Una scomunica pesante perché arriva dal capo della conferenza dei rabbini europei e in un Paese, la Russia, che conta quasi un milione di cittadini ebrei.

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Pinchas Goldschmidt

Sul fronte militare, nonostante l’avanzata nel Donbass, l’andamento dell’invasione – sostengono le analisi dell’intelligence britannica e Usa – è ad un punto di svolta perché, come conferma il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, e come attestano soprattutto i rilievi satellitari, i sistemi missilistici di ultima generazione inviati all’Ucraina dagli alleati occidentali stanno provocando ingenti perdite ai russi e consentono di colpire con precisione i loro depositi di armi, le linee di rifornimento, le batterie di artiglieria e missilistiche arretrate ed i carri armati che avanzano.

La prospettiva di una controffensiva ucraina non appare più un’utopia, come si sta verificando nella regione di Kherson, a Verkhnokamianske, Belogorivka e Gryhorivka dove i russi sono stati costretti alla ritirata.

Nel silenzio della parziale rimozione della stampa internazionale, la guerra continua a consumare le sue immani tragedie quotidiane. Uno stillicidio di catastrofi umanitarie destinato a durare mesi.

A meno di uno schianto improvviso dell’apparato militare moscovita. Un apparato burocratico senza ideali e motivazioni reali, gettato allo sbaraglio in un conflitto che divora le vite delle giovani generazioni russe.

Uno schianto al quale nessuno crede, ma per il quale moltissimi pregano e molti altri si stanno discretamente adoperando.

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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