by Vincenzo Bajardi
La scomparsa di Lee Iacocca sta facendo rievocare sui media di tutto il mondo la leggenda del prodigioso manager dell’industria automobilistica americana.
Lido Antony Iacocca, meglio noto come Lee, figlio di immigrati italiani di San Marco dei Cavoti, in provincia di Benevento, tre matrimoni, e 94 anni d’età è spento la notte scorsa a Bel Air, a Los Angeles all’età di 94 anni.
Era nato nel 1924 ad Allentown, in Pennsylvania da Nicola Iacocca e Antonietta Perrotta. A 148 km da New York, i coniugi Iacocca avevano un ristorante Yocco’s Hot Dogs. Confessò nella sua autobiografia, da 2 milioni e 600 mila copie di tiratura, di aver tentato due volte il suicidio.
Per decenni è stato l’uomo più potente di Detroit,la capitale dell’auto Usa. Il suo nome è legato ad alcuni modelli di auto iconici come la Ford Mustang.
La paternità del nome Mustang, come ha evidenziato Corrado Canali sul Sole 24 Ore, va attribuita al capo designer John Najjar che pensò all’aereo da cambattimento North American P-51 Mustang.
Il primo prototipo venne realizzato in 100 giorni e debuttò durante il GP di F1 degli Stati Uniti a Whatkins Glen.
Nel 1979, appena un anno dopo l’addio alla Ford, Iacocca passò in Chrysler che a causa della crisi petrolifera, del flop delle vendite di Dodge Aspen e Plymouth Volare accumulava 1,2 miliardi di dollari di perdite e fu protagonista di uno dei salvataggi più straordinari della storia dell’industria dell’auto riportandola in attivo e salvandola dalla bancarotta. Aveva una stipendio simbolico di un dollaro all’anno.
Iacocca cedette la divisione europea alla Peugeot, vennero chiuse le fabbriche di Lyons e di Hamtramck nel Michigan e furono licenziati settemila dipendenti. Dopo il lancio dei modelli Dodge Omni e Plymouth Horizon, venne chiesto aiuto al governo americano che concesse con Carter un miliardo e mezzo di garanzie sui mutui. E fu sempre lui a proporre negli anni ’80 la K-car platform che rilanciò la Chrysler facendo uscire anche i primi monovolume e minivan.
L’azienda nel 1987 rilevò i prodotti del brand Jeep da AMC. Negli ultimi anni, quando era ancora al timone della Chrysler, Iacocca, ha contribuito al restauro della Statua della Libertà a New York ed alla riqualificazione di Ellis Island dove attraccavano le navi di immigrati provenienti dall’Europa.
“Iacocca ci ha dato una visione che è quella che ci guida ancora oggi, caratterizzata da duro lavoro, dedizione e grinta”. Così Fca ha commentato la scomparsa aggiungendo in una nota “Che siamo impegnati ad assicurare che Chrysler, oggi Fca, sia una tale società, un esempio di impegno e rispetto”.
Iacocca era entrato in Ford nel 1946 e diventò presidente nel ’70. Ma nel 1978, dopo 32 anni come amministratore delegato nonostante il successo della sua creatura, la Mustang, fu licenziato in tronco con questa motivazione da Henry Ford III° “Ci sono individui che a volte non ti piacciono”.
Iacocca se ne fece un baffo di quel licenziamento e si gettò a capofitto in Chrysler. Addirittura si parlò di lui come possibile candidato alla Casa Bianca.
Famoso questo aforisma di Iacocca: “Mio padre era sempre solito dire che se quando muori ti ritrovi con cinque veri amici, allora hai trascorso una grande vita”.

Nel momento della scomparsa Iacocca viene accostato a Sergio Marchionne, perché entrambi artefici di epici salvataggi. Lee e Sergio, Chrysler e Fca.
Iacocca ha scritto numerosi libri autobiografici fra cui “Lee Iacocca’s Talking Straight”, “Autobiografia de un triunfador”, “Summary”.
L’ultima volta che incontrai Iacocca fu nel 1990 a Detroit come inviato del Corriere dello Sport-Stadio. Si fece fotografare a bordo di una sportiva, la Dodge Viper. Era l’anno in cui la casa d’Aste Barrett-Jackson vendette a 362.000 dollari a Las Vegas la Ford Mustang 45th Anniversary Edition.
L’esemplare in questione aveva sotto il cofano l’unico motore preparato da Carroll Shelby da 550 cv.