HomeRisvoltiIncubo nucleare: l'Italia senza rifugi conta sullo scirocco

Incubo nucleare: l’Italia senza rifugi conta sullo scirocco

“Il problema oggi non è l’energia nucleare, ma il cuore dell’uomo” sosteneva profeticamente Albert Einstein.

Fatti i debiti scongiuri, resta il fatto che in caso di incidente nucleare il nostro Paese non disponga di una rete di rifugi antiatomici per la popolazione.

Rendering di silos bunker antiatomico

Il piano di prevenzione, in considerazione di eventuali condizioni meteorologiche particolarmente sfavorevoli, prevede che la popolazione che vive oltre i 200 km dall’epicentro dell’incidente e che potrebbe venire interessata dalle conseguenze dell’incidente dovrà attenersi ad una particolare attenzione alimentare, in quanto la radioattività rilasciata potrebbe contaminare l’intera filiera agricola del territorio.

In questo caso, sarebbe necessario lo stop al consumo di alcuni alimenti, come i vegetali a foglia e il latte, come successe nel 1986 a seguito dell’incidente di Chernobyl.

Se lo spettro della nube nucleare si dovesse concretizzare, il piano di prevenzione prevede la messa a disposizione delle scorte nazionali e regionali di ioduro di potassio. La distribuzione delle compresse di iodio sarà effettuata dalle Regioni e dalle Province autonome in raccordo con le Prefetture e i Comuni interessati con il concorso delle strutture operative della Protezione civile.Albero della Performance 2021

L’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (ISIN) è l’autorità di regolamentazione competente in materia di sicurezza nucleare e di radioprotezione. Il Piano Nazionale dispone che la gestione dell’emergenza sia affidata al Comitato Operativo presso il Dipartimento di Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Mentre attualmente é  il CEVaD, il Centro di Elaborazione e Valutazione Dati che ha il compito di effettuare valutazioni in merito alla radioattività presente nell’ambiente e nelle matrici alimentari e di valutare conseguenti livelli di esposizione della popolazione. Il controllo della filiera produttiva, ai fini della valutazione delle misure di protezione sanitaria, viene programmata e coordinata dal ministero della Salute secondo le modalità operative, ossia frequenza dei campionamenti e scelta delle matrici, indicate dal CEVaD.

Ma l’incubo nucleare non riguarda solo la gigantesca centrale Zaporizhzhia ed esclusivamente l’Ucraina. Ci sono ben sedici impianti nucleari francesi che distano meno di 200 chilometri dai confini italiani. In particolare quelle di Cruas, Saint Alban, Bugey e Tricastin, che è a circa 180 km dall’Italia.

Centrale nucleare di Tricastin

L’ invasione scatenata dalla Russia di Putin contro l’Ucraina ha materializzato il fantasma di Chernobyl e l’angoscia di Hiroshima e Nagasaki. Angoscia che ha fatto scattare nella mente di tanti il terrore della nube radioattiva.

Un riflesso condizionato che non riguarda solo i cittadini, ma anche le istituzioni che tenevano chiuso nel cassetto dal 2010 l’unico piano d’emergenza predisposto. Il 14 marzo 2022 è stato redatto un nuovo piano da parte del Gruppo di lavoro istituito presso la Protezione Civile, con l’obbligo di aggiornarlo annualmente.Incubo nucleare: l'Italia senza rifugi conta sullo scirocco

“In Italia non è stato previsto l’utilizzo di rifugi antiatomici per effettuare il riparo al chiuso della popolazione” spiega in una intervista all’agenzia Dire, Silvia Scarpato, funzionaria dell’Ufficio Coordinamento emergenze nucleari e radiologiche dell’Isin.

Gli unici rifugi antiatomici sul territorio nazionale di cui si hanno frammentarie notizie sono quelli della Difesa ed eventualmente delle basi Nato.Incubo nucleare: l'Italia senza rifugi conta sullo scirocco

Mentre in Svizzera, i rifugi atomici sono stati realizzati anche nei sotterranei delle abitazioni civili. Strategia che non è stata attuata  in tutti i Paesi europei. “La popolazione italiana ad oggi non è stata arruolata in una vera e propria esercitazione nazionale- aggiunge Silvia Scarpato- sebbene sia stata fatto un test preliminare sulla procedura di distribuzione delle pasticche di ioduro di potassio. L’Italia inoltre partecipa annualmente ad esercitazioni internazionali organizzate dalla Commissione europea e dalla Iaea nell’ambito dei rispettivi sistemi di pronta notifica. In questo tipo di esercitazioni parte del sistema nazionale viene testato”.

Il vero baluardo per ricacciare al mittente l’eventuale nube radioattiva resta in definitiva lo scirocco…Incubo nucleare: l'Italia senza rifugi conta sullo scirocco

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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