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Rubrica di critica recensioni anticipazioni
Oltre che sociale la crescente presa di coscienza delle donne è anche linguistica. Le parole creano la realtà, ma è anche vero il contrario: nuove realtà generano parole nuove, secondo l’antico motto “nomina sunt consequentia rerum”.
Nella comunicazione odierna, spesso veicolata dal mezzo tecnologico, la parola è ancora più importante, perché spoglia dell’apparato prossemico e non verbale. La parola é nuda in tutta la sua risonanza evocativa e rappresentativa della realtà da cui scaturisce. Inoltre la rete dà voce a tutti, e ognuno si esprime col proprio linguaggio, in una continua e mutevole trasformazione linguistica.
Deve essere particolarmente eccitante essere linguisti di questi tempi! “La lingua è uno strumento che permette agli esseri umani di concettualizzare la realtà – afferma la popolare sociolinguista Vera Gheno, autrice del volume “Femminili singolari. Il femminismo è nelle parole”, edito da Effequ – ma soprattutto consente di astrarsi dallo hic et nunc, di parlare del passato e del futuro, ma anche di immaginare cose non ancora accadute. Poiché – continua la studiosa – c’è una relazione bidirezionale fra realtà e lingua e l’avvento dei nuovi media ha fatto sì che la realtà cambiasse in maniera molto più veloce di prima, costringendoci a un continuo adattamento cognitivo.”
