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Rubrica di critica recensioni anticipazioni
by Augusto Cavadi
La seconda operazione mattutina, dopo una veloce scorsa al quotidiano on line, è da anni la stesura dell’agenda del giorno. Le persone che mi sono più vicine sorridono, con un pizzico di compatimento, per questa piccola mania: non saprei, però, come altrimenti affrontare la caterva di impegni, scadenze, riunioni, appuntamenti telefonici, pratiche burocratiche… che minacciano di precipitarmi addosso e di seppellirmi vivo. Così provo a metterli in ordine: innanzitutto per fasce orario e, all’interno di ogni fascia, per priorità di rilevanza. Con l’intento (non sempre, per la verità, raggiunto) di non dimenticare nulla di essenziale.
Il libro omaggiatomi da un caro amico mi rivela, adesso, che questi miei timidi tentativi di non sprecare il (poco) tempo-vita che abbiamo a disposizione sono in germe una vera arte esercitata da veri professionisti. Il libro, di Claudia Elisabetta Muccinelli, si intitola L’arte dell’agenda. Organizza il tuo tempo senza perdere tempo (Amazon Italia, 2021) ed è costituito da dialoghi con il Time designer Roberto Rosso, a giudizio del quale “la vita è un mare complesso di possibilità ed esperienze a nostra disposizione, da cui spesso siamo travolti. L’arte dell’agenda insegna a navigare in questo mare, a non farsi trasportare dalle correnti, ma a raggiungere intenzionalmente l’approdo desiderato.
L’agenda è la bussola che permette di orientarci” (pp. 13 – 14). I due co-autori conoscono il rischio di essere identificati con i tanti venditori di ricette, più o meno azzeccate, ad uso di chi voglia raggiungere in poco tempo e con poca fatica degli standard di vita (soprattutto sentimentale, professionale e sociale) gratificanti: lo conoscono e fanno di tutto per evitarlo. L’interlocutrice che pone le domande fa leva sulla concreta esperienza autobiografica di studentessa-lavoratrice che non si è potuta permettere il lusso di sprecare le ore libere; l’interlocutore che si lascia provocare cita volentieri pensatori e poeti, come Eraclito o Orazio, lasciando intravedere la formazione (parallela e in qualche modo preliminare rispetto alla professione di Time designer) di filosofo consulente. Da qui gli scandagli verso le radici di certe difficoltà psicologiche nella gestione del proprio tempo: radici che affondano nella nostra ‘visione’ del mondo, dunque anche dell’essere umano nell’universo e nella storia.

Ammesso che si sradichino le ragioni originarie della nostra imbranataggine nell’arte di non sprecare il tempo, cioè la vita, ci si impone una questione ancora più impegnativa: che fare del tempo liberato dalle cianfrusaglie della routine e protetto dalle insidie dello spreco? Qui il “sarto” del tempo deve forse cedere il posto al filosofo-consulente (che, come nel caso di Roberto Rosso, può identificarsi nella stessa persona fisica): una metodica solo tattica potrebbe indurci al paradosso di aiutarci a trovare molto più tempo libero di prima per…annoiarci o tormentare altri o farci del male autolesionisticamente.
Insomma, anche in questo ambito tematico è importante sapere dove andare e come andarci, ma ancor di più perché andarci. Infatti potremmo scoprire che non riusciamo a gestire bene i giorni e le ore in vista di un obiettivo che riteniamo primario (conseguire un titolo di studio o impiantare un orto in giardino o mettere su una cooperativa di artigiani…) perché, in realtà, quell’obiettivo non ci interessa davvero tanto. Magari ci diciamo che non andiamo a trovare la zia in ospizio perché non troviamo il tempo, mentre non troviamo il tempo perché non abbiamo nessun desiderio autentico di farle visita.
Chiarire a noi stessi la situazione sarebbe il primo passo per uscire da un’ambiguità ipocrita che, prima di danneggiare la nostra immagine pubblica, amareggia l’auto-percezione della nostra soggettività.
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Giornalista pubblicista, Filosofo. Fondatore della Scuola di formazione etico-politica Giovanni Falcone di Palermo