Battisti arrivato a Ciampino
Chicha. Aveva appena bevuto della Chicha, un distillato di mais . E’ stata la bevuta dell’addio di Cesare Battisti ai 37 anni di latitanza. Era infatti semi ubriaco il terrorista rosso quando è stato arrestato dalla Polizia Boliviana e dagli agenti dell’Interpol a Santa Cruz de la Sierra.
Ecco perché nel filmato degli investigatori, pochi minuti prima della cattura Battisti cammina con una andatura ondeggiante. Dopo l’identificazione da parte degli inquirenti boliviani il militante dei proletari armati per il comunismo è stato consegnato direttamente dalla Interpol boliviana a quella italiana nell’aeroporto internazionale di Viru Viru, alla periferia di Santa Cruz, ed è salito a bordo dell’aereo di Stato inviato dal Governo italiano, e che è già atterrato all’ aeroporto romano di Ciampino, per riportare Battisti all’ergastolo in un penitenziario nazionale.
Ad “attenderlo”all’aeroporto di Ciampino, i Ministri dell’Interno e della Giustizia, Matteo Salvini e Alfonso Bonafede.
Sono state le indagini disposte e coordinate dalla Procura Generale di Milano, coordinate dal sostituto procuratore Antonio Lamanna e affidate alla Digos, a fare individuare in Bolivia Cesare Battisti. Il terrorista è stato localizzato tracciando i circa 15 fra cellulari, smarthpone e tablet intestati a prestanome, ma utilizzati dal latitante.
C’è stata un rete di protezione che lo ha aiutato e sulla quale stiamo facendo accertamenti”, ha detto Lamberto Giannini direttore del Comitato di Analisi Strategica antiterrorismo ricostruendo i passaggi principali della cattura.
La tragica Battisti story è lo specchio degli anni di piombo del terrorismo. In due dei quatto omicidi per i quali è stato condannato all’ergastolo Cesare Battisti il terrorista sparò materialmente uccidendo il maresciallo Antonio Santoro, a Udine il 6 giugno del ’78, e l’agente di Polizia Andrea Campagna, a Milano il 19 aprile del 1979. Nell’uccisione di Lino Sabbadin, a Mestre, il 16 febbraio del ’79, invece, Battisti fece da copertura armata al killer Diego Giacomini e, nel caso dell’uccisione del gioielliere Pierluigi Torregiani, avvenuta a Milano il 16 febbraio del ’79, venne condannato come co-ideatore e co-organizzatore. In quest’ultimo caso, poi, all’omicidio si aggiunse un’ulteriore tragedia: nel corso della colluttazione, il figlio del gioielliere Adriano fu colpito da una pallottola sfuggita al padre prima che questi cadesse e da allora, paraplegico, è sulla sedia a rotelle.
Dopo essere evaso da un carcere italiano, Battisti si è rifugiato in Francia, Messico e poi in Brasile dove nel 2007 venne catturato dalla polizia brasiliana. Due anni più tardi il Tribunale Supremo Federale brasiliano autorizzò la sua estradizione in Italia, ma la decisione venne bloccata dall’allora presidente brasiliano Lula.
Battisti restò in carcere a Brasilia fino al giugno 2011, quando venne scarcerato e ottenne il permesso di residenza permanente.