Giustizia, la riforma salta l’ostacolo dei 5 Stelle e ottiene il nuovo via libera all’unanimità del Consiglio dei ministri. Dopo lunghe ore di stallo, vari scricchioli e qualche defezione fra i grillini, l’accordo frutto di una mediazione del Pd, con il ministro Andrea Orlando, ha assorbito i dubbi del M5s sull’improcedibilità per l’articolo 416 bis.1 del codice penale: tempi più lunghi, fino a sei anni in appello cioé per i processi per delitti con aggravante mafiosa.
C’è “l’impegno a ritirare tutti gli emendamenti presentati dalle forze di maggioranza con l’obiettivo di concludere nei prossimi giorni l’approvazione della riforma” ha sottolineato la Ministra della Giustizia Marta Cartabia.
Nonostante l’approvazione unanime anche da parte dei 4 ministri del Movimento, fra i 5 Stelle sono in corso fibrillazioni e una senatrice, Elena Botto, è uscita dal partito . E’ il primo addio dell’era Conte: “troppi accordi al ribasso, non è più casa mia” si è limitata a dichiarare la senatrice Botto . “Non è la nostra riforma, ma abbiamo contribuito a migliorarla”, ha replicato il leader del M5s, Giuseppe Conte

Critiche sono state espresse a maggioranza dal plenum del Consiglio superiore della magistratura. Secondo il Csm “con l’improcedibilità migliaia di processi andranno in fumo”
Diametralmente opposta la valutazione del segretario Pd Enrico Letta che twitta: “Riforma della giustizia che si avvicina all’Europa e fa compiere grandi avanzamenti in termini di modernità ed efficacia. Cartabia ha trovato il giusto equilibrio per superare la riforma precedente senza scadere nell”impunità. Ci siamo spesi per l’accordo. Ne siamo contenti”.

L’ultimo miglio della riforma della giustizia sembra davvero prossimo al traguardo dell’approvazione parlamentare. Per la quale se proseguiranno le schermaglie e i distinguo all’interno dei 5 Stelle il Governo porrà la fiducia.