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Mattarella e il ventaglio da decrittare

 

Quirinale in surplace, getta acqua sull’incandescente tensione politica che sembra avere ormai innescato il processo di fusione della maggioranza di governo.

La cerimonia del Ventaglio offre tempi e modi al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per un intervento pacato nella forma, ma risoluto nella sostanza.Mattarella e il ventaglio da decrittare

Le  parole sono finestre oppure muri, sottolineava lo psicologo Marshall Bertram Rosenberg. E in effetti le affermazioni del Capo dello Stato, riferite al marasma che travaglia l’esecutivo e al crescendo di fibrillazioni fra Salvini, Di Maio e Conte, possono essere paragonate a raggi X che mettono a fuoco le cause della insostenibilità di una situazione che non si capisce come e fino a quando si trascinerà.

Decrittate dalla compostezza e della rigida osservanza del dettato Costituzionale, che come espressamente ricorda lo stesso Capo dello Stato, prevede che il Quirinale sia un arbitro che non compie scelte politiche, le parole di Mattarella sottintendono un  fermo richiamo alle forze politiche e al governo affinché  rispettino le istituzioni e ottemperino ai conseguenti obblighi, limiti e doveri.  “Il governo – precisa a scanso di equivoci il Presidente della Repubblica –  ha bisogno di un clima che, lungi dalla conflittualità, sia di fattiva collaborazione per poter assumere decisioni sollecite e tempestive”.

Ancora più evidente il ricorso alla metafora del ventaglio per lanciare un ammonimento a Premier, Vice Premier, Ministri e opposizioni. Una metafora implicita nei complimenti rivolti da Mattarella a Gianna Parisse e all’Accademia di Belle Arti di Roma per il ventaglio realizzato. “La tecnica é complessa, come complessa é la vita delle istituzioni. In fondo – ha specificato il Capo dello Stato – questo ventaglio é un ‘monito’. Con il bianco della sua luce induce all’ottimismo. E faccio mio questo invito alla fiducia nel nostro Paese”

Un certo modo divisivo e particolaristico di fare politica dunque sul banco degli accusati del Colle, ma non solo. Fra i destinatari delle metafore ammonitrici del Quirinale vengono inclusi giornalisti e magistrati.Mattarella e il ventaglio da decrittare

“I giornalisti, in ragione della professionalità e deontologia che caratterizza la loro funzione, devono agire – ha auspicato Mattarella – con indipendenza e con rigore per alimentare credibilità e fiducia, nell’assolvimento della missione di servire i governati e non i governanti, sempre anteponendo la verifica delle notizie all’anelito dello scoop”.

Emblematica a proposito non soltanto della libertà, ma anche della qualità dell’informazione, la citazione che il Presidente della Repubblica ha fatto della sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti, che nel  1971 sancì la prevalenza della libertà di stampa anche rispetto alle esigenze del segreto di Stato. Si tratta della famosa  sentenza che impedì di bloccare la pubblicazione da parte del Washington Post dei cosiddetti Pentagon papers, che smascherarono la politica del Presidente Nixon in Vietnam.

Oltre a quello dei giornalisti e degli editori, il Presidente della Repubblica ha radiografato criticamente anche il ruolo della Magistratura. Il cui “prestigio e l’autorevolezza sono stati lesi da quanto emerso sul Csm” ha affermato testualmente il Capo dello Stato.

“La pienezza di quel prestigio e di quella integrità sono essenziali per la Repubblica – ha specificato Mattarella – perché accompagnano l’indipendenza e la totale autonomia della magistratura. Indipendenza della Magistratura  che ribadisce Mattarella va  riaffermata con decisione perché  rappresenta un principio basilare della nostra Costituzione.”

Valutazioni, commenti ?  Sporadici. Finora soltanto il grazie espresso dalla Federazione nazionale della Stampa per la difesa della libertà d’informazione.

Seguiranno analisi e dibattiti sulla deriva politica dell’Italia? Speriamo di si, temiamo di no.Mattarella e il ventaglio da decrittare

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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