I media americani, come evidenzia la sintesi dell’articolo del New York Times che pubblichiamo, inquadrano con precisione nel complicato contesto della guerra dei dazi tutte le prospettive politiche nazionali ed europee dell’imminente incontro alla Casa Bianca della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e Donald Trump. Ma mentre per la Premier le valutazioni e le attese sono positive fra le righe dell’articolo dell’autorevole quotidiano americano si percepiscono i timori per l’imprevedibilità di Trump.
La Premier Giorgia Meloni é attesa alla Casa Bianca. Il suo rapporto con Trump darà i suoi frutti per l’Europa?
La posta in gioco è alta. Quando Giorgia Meloni, una conservatrice che condivide in parte l’ideologia nazionalista di Trump, lo incontrerà giovedì infurierà la guerra commerciale che sta logorando i nervi in tutto il mondo.
Ma il viaggio della signora Meloni questa settimana ha suscita più speranze (e timori) delle visite di alcuni precedenti leader europei alla Casa Bianca, in relazione alla posizione unica che ricopre nel continente.
Il suo passato di destra l’ha da tempo posizionata come una potenziale alleata di Trump, ed é stata invitata a partecipare alla cerimonia d’insediamento di Trump, a differenza di altri leader europei.
Queste credenziali hanno contribuito ad alimentare le speculazioni su una visita della Meloni alla Casa Bianca con un approccio che privilegia l’Italia, cercando di stringere accordi per il suo Paese e minacciando di minare l’unità europea.
Ma molti diplomatici e funzionari respingono tali preoccupazioni, in parte perché negli ultimi mesi la signora Meloni si è mostrata collaborativa sulla scena europea.
Per i fan della Meloni, questo è un momento ricco di opportunità. Per altri, é un test importante per vedere se riuscirà a usare la sua affinità con Trump per aiutare l’Italia e l’Europa.
«L’Italia scoprirà quanto può vantare un rapporto privilegiato con gli Stati Uniti», ha affermato Giovanni Orsina, direttore del dipartimento di Scienze politiche dell’Università Luiss Guido Carli di Roma.
La visita arriva senza dubbio in un momento di grande posta in gioco: l’Unione Europea, composta da 27 nazioni, conta sugli Stati Uniti come suo partner commerciale più importante e la guerra commerciale di Trump minaccia di rovesciare questa situazione.
Le minacce di Trump di imporre tariffe punitive, oltre a quelle già in vigore, potrebbero incidere sulla domanda di qualsiasi prodotto, dal Chianti ai prodotti chimici, e l’economia europea è in bilico, mentre i leader cercano di convincere Trump a cedere.
“Avrà il ruolo di facilitatrice” tra la Commissione Europea e gli Stati Uniti, ha dichiarato in un’intervista il Ministro italiano per le Imprese, Adolfo Urso, aggiungendo che la Premier Meloni poteva contare non solo su un consolidato rapporto bilaterale tra Italia e Stati Uniti, ma anche su “un rapporto personale consolidato tra Meloni e Trump”.
I massimi funzionari dell’Unione Europea hanno avuto difficoltà a incontrare le loro controparti americane. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, nonostante i suoi tentativi , non è riuscita a parlare con il presidente Trump da quando è tornato in carica.
I leader nazionali hanno avuto più fortuna. Il presidente francese Emmanuel Macron, il leader britannico Keir Starmer e il primo ministro irlandese Micheál Martin hanno tutti incontrato Trump nello Studio Ovale e molti vedono il viaggio della signora Meloni come la continuazione di quegli sforzi.
“Qualsiasi contatto con gli Stati Uniti é benvenuto”, ha detto lunedì ai giornalisti Arianna Podesta, Coordinatrice dei portavoce dell’area economica per la Commissione Ue, in merito al viaggio della signora Meloni, aggiungendo in seguito che il viaggio era stato “strettamente coordinato”.
Tuttavia, la visita della Premier Meloni ha suscitato inquietudine in alcuni ambienti. Il ministro dell’Industria francese Marc Ferracci ha dichiarato che la visita rischiava di minare l’unità del continente. A Bruxelles e in Italia, gli oppositori hanno affermato che la visita della signora Meloni a Washington rivelerà la sua lealtà verso l’Europa, in un momento in cui Trump e i suoi alleati continuano a dipingere la leadership europea come incapace.
“Questo è il momento della verità per il nostro primo ministro”, ha dichiarato in una nota l’ex ministro dello Sviluppo e politico dell’opposizione Carlo Calenda. “Vedremo se sarà una leader che mantiene unito il fronte europeo o se cederà alle lusinghe del Presidente degli Stati Uniti”.
Per settimane, le azioni di Trump – la minaccia di tariffe su larga scala e l’inclinazione verso la Russia – hanno messo a dura prova il delicato equilibrio della signora Meloni .
Conservatrice nazionalista, ha definito Elon Musk un amico e ha ricevuto elogi da Trump, che l’ha definita una “donna meravigliosa”. E lei ha spesso cercato di avere entrambe le cose, coltivando i legami bilaterali con Trump e preservando il ruolo dell’Italia all’interno di un’UE unita.
Ma ogni nuovo passo di Trump ha messo in luce i suoi tentativi di non schierarsi. Sebbene sia stata una convinta sostenitrice dell’Ucraina, non ha, come altri leader europei, rimproverato Trump dopo la sua sgridata al presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Ha anche parlato alla Conservative Political Action Conference nel Maryland a febbraio, chiedendo all’UE di non intensificare o applicare ritorsioni sui dazi, e ha continuato a ripetere questo mantra anche dopo che Trump ha gettato il mondo in una spirale di dazi ad ampio raggio.
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