Profondamente turbato, ma pronto a partire per l’Egitto. Così in Vaticano descrivono il risoluto atteggiamento di Papa Francesco all’indomani dello strazio per il crescente numero di cristiani vittime dei due attentati compiuti nelle basiliche Copte del Cairo. Attentati considerati un minaccioso monito nei confronti del capo della Cristianità universale.
Nonostante la discreta, ma allarmatissima insistenza per un rinvio o un ridimensionamento del viaggio, formulata attraverso la Gendarmeria Vaticana dalle comunità d’intelligence di vari paesi, il Pontefice ha confermato la visita apostolica in Egitto e ha, anzi, inviato nella capitale egiziana per soprintendere agli ultimi preparativi il Cardinale Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani.
A conferma dell’ufficialità del viaggio del 28 e 29 aprile, è già stata pubblicata la lista dei 70 giornalisti ammessi al seguito sul volo. E la Radio Vaticana ha diffuso il dettagliato programma della visita storica nel più prestigioso centro teologico dell’Islam sunnita, Al-Azhar, con una giornata dedicata alla comunità copta, colpita al cuore dalle stragi della Domenica delle Palme.
La sicurezza che da Roma seguirà il Pontefice, con uomini della Gendarmeria e delle Guardie Svizzere, sarà molto incrementata. A essere rafforzata a dismisura sarà soprattutto la sicurezza egiziana, con percorsi e luoghi praticamente blindati. Il governo del Cairo ha approvato lo Stato di emergenza nel Paese per tre mesi, con una misura annunciata in tv direttamente dal presidente Abdel Fattah al-Sisi.
Ma le preoccupazioni e i timori maggiori per l’incolumità del Papa riguardano proprio l’affidabilità e l’impermeabilità da influenze fondamentaliste delle forze dell’ordine e della sicurezza egiziana. 
