E’ Cesare Parodi, di Mi, il nuovo Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati. Presidente unitario di una magistratura raramente così compatta e pronta allo sciopero di protesta contro una riforma della giustizia considerata destabilizzante, come in queste ultime settimane di tensioni e polemiche nei confronti della maggioranza di governo.
Il Comitato direttivo centrale dell’Anm ha eletto infatti una giunta unitaria della quale fanno parte tutte le componenti interne, ad eccezione di Articolo 101.
Come vicepresidente é stato eletto Marcello De Chiara (Unicost) e come segretario generale Rocco Maruotti (Area).
Esponente di spicco di Magistratura Indipendente, 62 procuratore aggiunto a Torino, Cesare Parodi, nonostante sia stato il sesto degli eletti nella lista di Mi che ha ottenuto il maggior numero di voti nelle recenti elezioni del Comitato direttivo nazionale (Mi 2065 voti e 11 seggi; Area Democratica per la giustizia 1803 voti e 9 seggi; Unicost 1560 voti e 8 seggi; Magistratura democratica 1081 voti e 6 seggi;Articolo Centouno 304 voti e 2 seggi) ha prevalso, con 32 voti su 36, per capacità dialettiche e aggregatrici in sede d’accordo unitario, rispetto alle altre candidature interne di Mi: il giudice del lavoro di Palermo Giuseppe Tango ed Antonio D’Amato, procuratore capo a Messina. rispettivamente primo e secondo eletto della stessa lista.
Completano gli incarichi della giunta Stefano Celli di Md, nuovo vice segretario generale, Monica Mastrandrea, direttrice della rivista “Magistratura” e Giuseppe Tango, coordinatore dell’ufficio sindacale. Fanno inoltre parte della Giunta: Paola Cervo, Chiara Salvatori, Sergio Rossetti e Dora Bonifacio.
Forte e chiaro il richiamo all’unità delle toghe del neo Presidente dell’Anm: «La trattativa con il governo sulla riforma non esiste, perché non veniamo meno alle nostre idee, ma ben venga il dialogo» – ha affermato Cesare Parodi – «Dobbiamo portare avanti la battaglia uniti tutti insieme su tanti temi, anche sui disservizi della giustizia. Lo sciopero del 27 febbraio non può essere revocato. Lo revochiamo solo se il governo congela la riforma della giustizia». 
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