by Gianfranco D’Anna
Una muraglia di sangue e guerra, più che un muro di gomma. Quattro telefonate a vuoto, a marzo, maggio, giugno e oggi, fra Trump e Putin.
Circa sei ore complessive di parole non mantenute, dilazioni, rinvii, false promesse, annunci di trattative inconcludenti e un’infinità di retorica neo imperialista da parte del Presidente russo che ad ogni conversazione ha assicurato a Trump di essere disponibile ad avviare negoziati ed invece ha incrementato esponenzialmente i bombardamenti dell’Ucraina ed i tentativi di sfondare i fronti d’invasione.
Il copione di Putin é sempre lo stesso: chiacchere e bombardamenti, finta disponibilità e stragi di civili, ipocrisie e assalti continui anche a costo di perdere mille e cinquecento soldati al giorno.
Un’armata russa usata come carne da macello nel tentativo, finora sempre fallito, di sfondare le linee ucraine e un terribile bilancio di circa duecentomila fra morti e feriti in tre anni e mezzo di guerra.
Da Mosca e Washington le notizie concordano sull’ennesimo nulla di tratto della quarta telefonata fra il Cremlino e la Casa Bianca. Lo spartito non cambia: “la Russia é pronta a proseguire i negoziati con l’Ucraina, ma resta fermo il raggiungimento degli obiettivi già dichiarati” ha detto impassibile ai cronisti Yuri Ushakov, consigliere presidenziale russo.
Ushakov in particolare ha riferito che il Putin ha ribadito che “la Russia raggiungerà i suoi obiettivi, ovvero l’eliminazione di tutte le cause profonde che hanno portato all’attuale stato di cose, all’attuale conflitto. E la Russia non si tirerà indietro da questi obiettivi”.
Patetico, secondo le agenzie americane il comunicato della Casa Bianca secondo cui “dopo oltre un’ora di colloquio telefonico, Trump ha sollecitato Putin ad una rapida cessazione delle ostilità.”
I due leader hanno confermato l’impegno a un terzo round negoziale a Istanbul, sebbene non siano stati discussi i contenuti. Secondo l’agenzia di stato russa, Ria Novosti, i Presidenti non hanno invece discusso il tema della sospensione parziale delle forniture di armamenti americani all’Ucraina paventata ieri dall’amministrazione Usa.
Trump e Putin non hanno neanche discusso la possibilità di un incontro faccia a faccia sebbene l’idea sia “nell’aria”. Dopodiché, proseguono le agenzie ufficiali, la telefonata fra il Presidente russo e quello americano ha affrontato il tema della grave situazione in Medio Oriente, di Gaza e dell’ Iran e Putin “ha evidenziato la necessità di seguire la strada della diplomazia per risolvere le controversie.”
Altro che piangere, il telefono sanguina e dallo slogan pubblicitario sulla telefonata che allunga la vita si è tragicamente passati alle conversazioni telefoniche che all’opposto prolungano guerre e distruzioni.
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