Diciamo che non le mandava a dire, le sue opinioni le potevi discutere, ma erano chiare, limpide. Delle possibili conseguenze se ne impipava bellamente.
Lucio Manisco per molti anni, prima quando era corrispondente da New York del Messaggero, poi del Tg3 Rai stagione “Tele Kabul”, sapeva condire i suoi articoli e le sue corrispondenze con “fatti” e “argomenti” ed era fascinoso da leggere e da ascoltare. Ma ancora di più nel privato.
Lucio Manisco
Forse é una leggenda: ma si diceva che fosse riuscito a far firmare alla proprietà del “Messaggero” un contratto tale che era più oneroso licenziarlo che mantenerlo a New York, a costo di sacrificare quelle sue corrispondenze che nulla concedevano a Ronald Reagan e ai suoi. In effetti i repubblicani e il loro “modello di società” erano le sue bestie nere.
Un bel gruppo, quello di Lucio: Piero Dorazio, Angiolo Bandinelli, Mino Guerrini, Achille Perilli… Di Angiolo era grande amico: a lui devo se ci si é conosciuti e un pò frequentati quando era a Roma, quando ero a New York.
Quando Marco Pannella per qualche mese dà vita a “Liberazione”, splendido quotidiano che proprio perché tale non poteva vivere più di quanto è vissuto, anche Lucio contribuisce all’avventura: lì scrive liberamente quello che sul suo giornale non gli viene consentito.
Lui, Furio Colombo, Romano Giachetti, Carlo Mazzarella, pur così diversi, erano le finestre su laMerica.
Lucio Manisco e l’allora Direttore del Tg3 Sandro Curzi
Un bel tratto di strada con il Partito Radicale, prima di imboccarne un’altra come spesso accade, quella che gli offre Fausto Bertinotti con la sua Rifondazione Comunista, che lo conduce al Parlamento Europeo.
Di quella stagione so ben poco, non so se gli ha procurato gioie o delusioni o entrambe: senza volere le frequentazioni si sono fatte più rade. Negli ultimi tempi il suo anti-americanismo s’era fatto più acceso, più spinto (non che non avesse argomenti per alimentarlo), frutto, credo, soprattutto di un “amore” coltivato e tradito.
Poi più appartato. Fino alla notizia di oggi: andato a raggiungere a 97 anni gli amici e i sodali di un tempo. Resta il ricordo del suo esser capace di polemiche durissime levigate da sorrisi sornioni, chiuse con un timbro di voce che scolpisce: “Siamo d’accordo: non siamo d’accordo”. Che la sua memoria sia benedizione.
*Valter Vecellio Giornalista e scrittore. Già direttore responsabile del settimanale satirico «Il Male» e Capo redattore della Redazione cronaca del Tg2. È autore di una trentina di pubblicazioni. Dopo la scomparsa di Marco Pannella, ha pubblicato una raccolta di articoli di giornale dedicati al leader radicale, intitolata “E sono pronti, da morto, a trattarmi da vivo”