Una bimba guarisce dall’Aids: speranze concrete contro la peste dell’Hiv
Una bambina sudafricana nata sieropositiva è guarita dall’Aids grazie ad un trial sperimentale di cocktail di farmaci antiretrovirali. E’ il terzo caso di un minore che sconfigge il virus dell’Aids, che nell’ultimo anno ha ucciso in tutto il mondo circa 35 milioni di contagiati.
La bambina, che si trova in una fase di remissione di lungo termine, non ha più preso farmaci per i successivi nove anni. Secondo i risultati del trial, termine tecnico inglese che indica la sperimentazione di un trattamento terapeutico, annunciati nel corso di un convegno sull’Aids a Parigi, il cocktail di farmaci anti-retrovirali è stato somministrato per una durata di 10 mesi soltanto nel primo anno di vita della bambina.
“Questo nuovo caso rafforza le nostre speranze che il trattamento dei bambini affetti da Hiv per un breve periodo all’inizio dell’infanzia, possa superare l’ostacolo di una terapia che duri tutta la vita”, ha dichiarato l’esperto di Aids Anthony Fauci, direttore dell’Istituto nazionale di malattia infettive.
A differenza delle cure tradizionali in cui il virus viene debellato, in questo caso il paziente continua ad avere il virus dell’Hiv nel suo sistema, ma ha una carica virale così debole da non potersi replicare o diffondere attraverso rapporti sessuali.
I ricercatori auspicano che il trattamento precoce dei contagiati possa consentire una remissione senza farmaci. Il virus dell’Hiv, infatti, ha una subdola capacità di nascondersi fra cellule umane tanto da dare l’impressione di essere scomparso per diversi anni ed essere capace invece di riemergere dopo anni dalla fine del trattamento.
Gli anti-retrovireali, che inibiscono il virus, non lo uccidono e le persone infette sono costrette ad assumere farmaci ogni giorno per tutta la vita, con effetti collaterali di vario tipo. Un piccolo gruppo di persone che hanno contratto il virus dell’Aids, meno dell’1%, sono capaci autonomamente di fermare la replicazione e sono noti come l’elite dei controllori, ma non è noto quale sia il meccanismo che lo consente.
La bambina, hanno sottolineato i ricercatori, non fa parte di questo gruppo di elite. Tra coloro che hanno assunto i farmaci anti-retrovirali per un lasso di tempo limitato pochi hanno potuto interrompere definitivamente le cure senza la recrudescenza del virus, tra questi 14 adulti che hanno partecipato a un trial medico francese durato tre anni. I ricercatori hanno ammesso di non sapere perché la bambina sudafricana sia l’unica tra 410 casi curati nella stessa maniera, ad aver raggiunto la remissione per un periodo così lungo.