Tutt’altro che casuale, mentre infuriano le polemiche per la gestione del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha sollecitato al Csm la destinazione del magistrato Roberto Tartaglia al ruolo di vicecapo del Dap.
Alle critiche che da più parti vengono mosse da mesi all’attuale dirigente del Dipartimento l’ex Procuratore aggiunto di Potenza, Francesco Basentini, in particolare per le rivolte con 13 morti, decine di evasi e centinaia di milioni di danni che hanno sconvolto tutti i penitenziari italiani, si è aggiunta la tempesta di polemiche riguardanti la vicenda dei boss scarcerati e posti agli arresti domiciliari per motivi di salute.
Anche se per il momento nel ruolo di vicecapo del Dap, la nomina di Roberto Tartaglia, per dieci anni sostituto Procuratore della Repubblica a Palermo e attualmente consulente della Commissione Parlamentare Antimafia, rappresenta quantomeno un commissariamento nei confronti di Basentini, nominato nel giugno del 2018 da Bonafede, e potrebbe preludere alla sua sostituzione appunto col 38enne Tartaglia, originario di Napoli.
La scelta di Tartaglia è infatti specifica e funzionale poiché il magistrato campano ha seguito direttamente indagini e processi legati agli assetti mafiosi più attuali, occupandosi di alcuni dei mandamenti più importanti del capoluogo siciliano.
Nella sua carriera, in particolare, è stato delegato alla gestione di numerosi detenuti sottoposti al regime del 41 bis, fra questi: il defunto Salvatore Riina, Leoluca Bagarella, i fratelli Giuseppe e Filippo Graviano, Antonio, Giuseppe e Salvatore Madonia e Salvatore Lo Piccolo. Cioè l’intero gotha di cosa nostra, che da alcune settimane incombe sui provvedimenti di scarcerazione disposti dai magistrati di sorveglianza per motivi di salute.