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Rubrica di critica recensioni anticipazioni 
C’è il rilancio al tempo della pandemia della più preziosa e apprezzata risorsa del nostro Paese nel mondo, quella dei tesori artistici dell’Italia, fra gli obiettivi principali della nomina dei tredici nuovi super direttori di musei, parchi archeologici e biblioteche.

Dietro ogni nome traspare il rigore e la ratio della selezione, tra ben 425 candidati, affidata a una commissione di altissimo livello scientifico, presieduta dal direttore del museo Egizio di Torino e composta dai Direttori della National Gallery di Londra, del Prado di Madrid e da esperti di fama internazionale. Per rendersene conto basta scorrere i nomi dei prescelti:
– Francesca Cappelletti alla Galleria Borghese
– Stéphane Verger al Museo Nazionale Romano
– Edith Gabrielli al Vittoriano e Palazzo Venezia
– Antonella Cucciniello alla Biblioteca dei Girolamini di Napoli
– Luigi Gallo alla Galleria nazionale delle Marche di Urbino
– Francesco Muscolino al Museo archeologico nazionale di Cagliari
– Maria Grazia Filetici al Museo nazionale d’Abruzzo dell’Aquila
– Annamaria Mauro al Museo nazionale di Matera
– Stefano L’Occaso al Palazzo Ducale di Mantova
– Mario Epifani al Palazzo Reale di Napoli
– Alessandro D’Alessio al Parco archeologico di Ostia antica
– Filippo Demma al Parco archeologico di Sibari
– Maria Luisa Pacelli alla Pinacoteca nazionale di Bologna
Quello che ancora non traspare è invece l’impalpabile, e per adesso non omogeneamente rappresentabile, possibile rischio di marginalizzazione della fruizione a causa della pandemia dei beni culturali e del patrimonio artistico, monumentale e archeologico dell’Italia.
“Ovviamente i mesi appena trascorsi sono stati fortemente penalizzanti per i luoghi della cultura, soprattutto sotto il profilo economico e, quindi, più in generale, della gestione” conferma l’archeologa Francesca Spatafora, saggista ed esperta di beni culturali.
