Csm in progress
La trincea del confronto fra magistratura e governo giallo verde si attesta sulla linea ancora non definita dell’elezione del vice Presidente del Consiglio superiore della Magistratura.
Decisivi i voti dei consiglieri di MI e Unicost che assieme a quelli di parte dei laici e dei componenti di diritto potrebbero convergere su David Ermini, designato a Palazzo dei Marescialli dal Pd.

Ad Ermini, che raggiungerebbe una maggioranza fra 14 e 16 voti, si contrappone uno dei consiglieri proposti dai 5 Stelle, in particolare Fulvio Gigliotti o Alberto Benedetti, che non supererebbe tuttavia gli 11 voti.

L’esito non è ancora scontato. Se non sui numeri, quanto meno sulla rilevanza e il prestigio della maggioranza che eleggerà il successore di Giovanni Legnini, incideranno infatti le valutazioni e le scelte delle altre due componenti di peso dell’Anm, Autonomia e indipendenza guidata Pier Camillo Davigo, e Area che conta quattro consiglieri.

Alla vigilia della nuova consiliatura che si annuncia di lotta e di autogoverno, il Csm uscente aggiunge al bilancio dell’attività svolta la nomina, dopo mesi di vacatio, dei Procuratori aggiunti di Palermo, Annamaria Picozzi, e di Trapani, Vittorio Teresi, magistrati di grande esperienza e con un prezioso know-how antimafia.
