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Del Grande presto libero ma resta esempio morte democrazia in Turchia

Speranze e timori per Gabriele Del Grande Del Grande presto libero ma resta esempio morte democrazia in Turchia

Le speranze per la liberazione di Gabriele Del Grande sono sintetizzate nella dichiarazione dagli Stati Uniti del Premier Paolo Gentiloni: “Spero che la situazione venga rapidamente risolta“. Nell’intervento al think tank Center for strategic & international studies di Washington, il Presidente del Consiglio sottolinea come l’arresto immotivato del giornalista e documentarista in Turchia sia “solo un esempio del fatto che abbiamo bisogno di un impegno su un processo inclusivo di tutta la popolazione turca per il rispetto dei diritti fondamentali

Del Grande presto libero ma resta esempio morte democrazia in Turchia Paolo Gentiloni
Il Premier Paolo Gentiloni

Mantenere alta l’attenzione e la mobilitazione” sollecita il Presidente della Federazione nazionale della Stampa, Giuseppe Giulietti. La vicenda di Gabriele Del Grande che dallo scorso 10 aprile si trova in un carcere della Turchia sta scuotendo l’opinione pubblica italiana e europea.  “Ci sono 150 giornalisti turchi in carcere da tempo soltanto per aver fatto il loro mestiere, ma il problema ora è ripetere in tutti i modi ‘Noi stiamo con Gabriele Del Grande’, illuminare a giorno quello che sta accadendo in quel carcere e chiedere alle istituzioni italiane di riportarlo a casa il prima possible” ribadisce Giulietti.

Il Presidente della Fnsi Giuseppe Giulietti
Il Presidente della Fnsi Giuseppe Giulietti

Il presidente della Fnsi lancia “un appello alle istituzioni italiane ed europee a dire con chiarezza alla Turchia, membro della Nato, che questo non può accadere. Intanto, va liberato Gabriele, poi i cronisti turchi, che sono in carcere per aver liberamente esercitato il diritto di cronaca e criticato Erdogan“.

Del Grande presto libero ma resta esempio morte democrazia in Turchia Erdogan
Recep Tayyip Erdoğan

Nessuno si spinge ufficialmente ad evocare il timore di rischi di un nuovo caso Regeni in versione Turca, ma a mettere tutta la vicenda di Del Grande su un piano inclinato è il golpe mascherato del referendum istituzionale che ha consegnato la Turchia nella mani di Recep Tayyip Erdoğan,  evidenzia l’editorialista Arduino Paniccia, docente di studi strategici e direttore della Scuola di Competizione Economica Internazionale di Venezia.

Del Grande presto libero ma resta esempio morte democrazia in Turchia Arduino Paniccia
Arduino Paniccia
  • Nonostante lo strapotere Erdogan ha prevalso di pochissimo…

E’ un eufemismo dire che si sospetta che  non tutto sia stato regolare, come del resto ha denunciato l’ Osce.

  • Cosa cambia?

Che ora il nuovo sultano di Istanbul  si è attribuita la legittimità di esercitare una dittatura piena e trasformare definitivamente la Turchia da paese laico e filo occidentale, baluardo della Nato, a potenza islamica di un nuovo blocco euroasiatico.

  • Da dove scaturisce la deriva turca?

E’ il frutto di considerazioni strategiche che  Erdogan va facendo da tempo. L’Europa in crisi economica e sociale non solo non è più attraente, ma chiede solo sacrifici e non ha niente da offrire. Mentre il problema turco è quello di  coprire sempre più spazi economici commerciali imprenditoriali nell’ area mediorientale ,nel Golfo nel Caucaso in Russia nel Nord Africa.  In questi paesi la patente democratica filoeuropeista serve a poco . Serviva invece a Erdogan una autocrazia nello stile cinese, russo iraniano, per combattere la guerra di potenze e di supremazia nel mondo islamico che si combatte e si combatterà spietatamente in quelle aree.

  • Processo irreversibile?

La Turchia ha intrapreso una strada che non può cambiare se non con la fine del sultano. Del resto diventare la frontiera avanzata del continente asiatico verso il Mediterraneo, l’Europa e l’Occidente non è stato un cammino indolore per la Turchia. Negli ultimi anni essere una Potenza fondamentalista e dimostrare al mondo arabo la propria verginità ha portato Ankara al sostegno del terrorismo. Per esporsi poi alla ritorsione degli attentati quando ha allentato o disconosciuto i legami col fondamentalismo. Per mantenere e conquistare voti dei nazionalisti il leader turco non ha quindi esitato ad usare il pugno di ferro contro i curdi, facendosi coinvolgere nel conflitto siriano. Infine il golpe e la rottura con gli Stati Uniti.

  • Cinismo economico strategico?

Ora Erdogan deve viaggiare negli stretti binari della alleanza con russi e iraniani. Due infidi  alleati nel  territorio dei quali le aziende turche soprattutto del settore costruzioni impiantistica e progettazione, fiore all’ occhiello del sultanato,  hanno business enormi, che certo in Europa non avrebbero trovato.

 

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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