Allarme politico strategico, ma anche grave turbamento. Dietro le quinte, le parole di Vladimir Putin inquietano non soltanto i leader occidentali quanto gli esperti di patologie psichiatriche.
Il piglio e le argomentazioni del presidente russo presenterebbero infatti evidenti sintomi di patologie psichico psichiatriche, quali il disturbo illusorio per il quale il paziente ha forti convinzioni in cose che non sono vere e, ancora peggio, elementi riconducibili ad accenni paranoici basati su un sistema di convinzioni, principalmente a tema persecutorio, non corrispondenti alla realtà.
Per un marziano appena atterrano sulla Terra il discorso di Putin rappresenterebbe la legittima, giustificabile ed anzi doverosa reazione di un paese che ha subito un attacco improvviso e una spietata invasione da parte di una potenza confinante.
La realtà é che Putin capovolge la situazione e che dopo mille giorni di guerra, costati al popolo russo ben oltre 200 mila vittime e la distruzione di circa il 70% del potenziale bellico, proclama ora solennemente in un discorso alla nazione che la guerra che lui personalmente ha scatenato contro l’Ucraina rischia di diventare una guerra mondiale. C’è né abbastanza per una valutazione diagnostica di comportamenti e di processi cognitivi patologici.
L’altro aspetto singolare del discorso di Putin é che sembra rivolto più ai russi, per motivare una eventuale mobilitazione generale, che all’occidente da anni assuefatto a tutte le tattiche dialettiche del Cremlino.
Ed é singolare anche la conferma diretta da parte del Presidente russo del lancio di un missile ipersonico contro l’Ucraina. Secondo l’intelligence americana e inglese é stato lanciato un missile balistico a raggio intermedio (IRBM) con una gittata inferiore.
“Che si tratti di un ICBM, cioè di un vettore intercontinentale o di un IRBM, la gittata non é il fattore importante”, ha detto ad Associated Press Fabian Hoffmann, un ricercatore dell’Università di Oslo specializzato in tecnologia missilistica e strategia nucleare. “Il fatto che fosse in grado di trasportare un carico utile MIRVed, cioé di testate multiple con obiettivi indipendenti, é molto più significativo ai fini della segnalazione ed é il motivo per cui la Russia ha optato per questo. Questo carico utile é associato esclusivamente a missili con capacità nucleare”.
Il che significa che Putin ha minacciato di compiere un bombardamento atomico che non può effettuare senza distruggere anche buona parte del territorio russo fra l’Ucraina e Mosca.
Ovvero ha minacciato di usare armi nucleari con il massimo potenziale perché non può neanche impiegare atomiche tattiche, con effetto relativamente circoscritto, perché il micidiale fallout radioattivo sterminerebbe anche i soldati dell’armata russa che combattono in Ucraina e renderebbe inabitabili vaste aree dell’Europa centrale.
Ma allora qual é la ratio del discorso di Putin ? Per gli analisti di strategie militari e per gli esperti di psichiatria, le parole del leader russo evidenzierebbero la condizione in cui si elabora in modo lucido e sistematico un sistema di ideazioni e credenze incentrate sulla convinzione patologica di essere perseguitati o sottoposti ad una minaccia concreta. Una convinzione che Putin tenta di accreditare al cospetto dell’establishment del Cremlino e del paese.
L’effettiva motivazione delle minacce del Presidente russo risiederebbe nella consapevolezza che l’uso dei missili a lunga gittata utilizzati dalle forze ucraine contro i depositi di armi e carburanti, infrastrutture e snodi strategici dell’armata di Mosca in territorio russo, evidenzierà l’incapacità di reggere all’attacco degli avanzati sistemi d’arma convenzionali occidentali.
Attacchi che potrebbero determinare il collasso dell’esercito del Cremlino, prima ancora che a Washington si insedi il nuovo Presidente Donald Trump, che ha promesso di imporre la pace a Mosca e Kiev. Una interruzione o conclusione delle ostilità che con la distruzione delle forze armate e l’evidente mancata vittoria rappresenterà la fine di Putin.