L’amore per la libertà, particolarmente forte in Polonia, in considerazione dei secoli in cui é tragicamente mancata, é tornato a risplendere a Varsavia sull’onda dell’esito delle elezioni parlamentari.

I commentatori politici parlano di seconda liberazione, in seguito a quella delle prime elezioni libere del1989 dopo i terribili decenni del regime filo sovietico. Una seconda liberazione dagli otto anni di reżim Kaczyńskiego, il regime Kaczyński dal nome dell’ex Premier Jaroslaw Kaczynski, leader del partito nazionalista di maggioranza relativa “Diritto e Giustizia” (Pis).
Un regime che ha abolito la libertà di stampa, l’indipendenza della magistratura e reintrodotto il divieto d’aborto, ponendo il paese in rotta di collisione con l’Europa. Un ottuso conservatorismo nazionalista ostico all’Europa, ribaltato dalla netta affermazione, con quasi il 54 per cento dei voti, della coalizione progressista guidata da Donald Tusk.
Una bocciatura senza appello per il governo uscente, sottolineata dal 74% di votanti, ben 12 punti sopra le storiche elezioni del 1989 della leadership di Lech Wałęsa e della subliminale immanenza di Karol Wojtyła, il primo e probabilmente unico Papa polacco.


