Nel silenzio enigmatico di Israele in Iran, ayatollah, forze armate e guardiani della rivoluzione si interrogano sulla provenienza dei droni che all’alba hanno lanciato missili da distanza ravvicinata contro la base aerea di Isfahan. ![Iran: anatomia di un attacco invisibile sull'orlo sul nucleare](https://www.zerozeronews.it/wp-content/uploads/2024/04/attacco-con-droni-a-Isfahan-1024x523-1.jpg)
La strategia israeliana di non rivendicare l’attacco questa volta non solo spiazza Tehran, ma mette in fibrillazione i militari iraniani e il regime islamico che ancora non sono riusciti a individuare da dove sono arrivati i droni del blitz e temono che possano essere stati lanciati dallo stesso territorio dell’Iran.
Escluso che da Israele possano aver attraversato i cieli di Giordania e Iraq, si sono fatte le ipotesi di basi di partenza in Azerbagian o da un’ imbarcazione nel Mar Rosso.
Congetture senza prove e, particolare che allarma ulteriormente gli iraniani, senza tracce radar come se si trattasse di droni stealth cioé invisibili.
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“Il raid é stato insieme distruttivo e dimostrativo”, sostiene il quotidiano americano Washington Post. “Si è trattato di un attacco attentamente calibrato con l’obiettivo di dimostrare a Teheran la capacità dello Stato ebraico di colpire i siti militari sul territorio della Repubblica islamica” ha dichiarato al giornale statunitense un funzionario israeliano del quale non è stata resa nota l’identità.
Il “Washington Post” sottolinea che nella provincia di Isfahan si trova il principale complesso di ricerca nucleare dell’Iran, già bombardato nel gennaio dell’anno scorso dagli israeliani, che anche allora non rivendicarono l’attacco.
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