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Iran: anatomia di un attacco invisibile sull’orlo sul nucleare

Nel silenzio enigmatico di Israele in Iran, ayatollah, forze armate e guardiani della rivoluzione si interrogano sulla provenienza dei droni che all’alba hanno lanciato missili da distanza ravvicinata contro la base aerea di Isfahan. Iran: anatomia di un attacco invisibile sull'orlo sul nucleare

La  strategia israeliana di non rivendicare l’attacco questa volta non solo spiazza Tehran, ma mette in fibrillazione i militari iraniani e il regime islamico che ancora non sono riusciti a individuare da dove sono arrivati i droni del blitz e temono che possano essere stati lanciati dallo stesso territorio dell’Iran.

Escluso che da Israele possano aver attraversato i cieli di Giordania e Iraq, si sono fatte le ipotesi di basi di partenza in Azerbagian o da un’ imbarcazione nel Mar Rosso.

Congetture senza prove e, particolare che allarma ulteriormente gli iraniani, senza tracce radar come se si trattasse di droni stealth cioé invisibili.

Iran: anatomia di un attacco invisibile sull'orlo sul nucleare
centrifughe di un impianto nucleare iraniano

“Il raid é stato insieme distruttivo e dimostrativo”, sostiene il quotidiano americano Washington Post. “Si è trattato di un attacco attentamente calibrato con l’obiettivo di   dimostrare a Teheran la capacità dello Stato ebraico di colpire i siti militari sul territorio della Repubblica islamica” ha dichiarato al giornale statunitense un funzionario israeliano del quale non è stata resa nota l’identità.

Il “Washington Post” sottolinea che nella provincia di Isfahan si trova il principale complesso di ricerca nucleare dell’Iran, già bombardato nel gennaio dell’anno scorso dagli israeliani, che anche allora non rivendicarono l’attacco.

Iran: anatomia di un attacco invisibile sull'orlo sul nucleare
Sito nucleare iraniano di Isfahan

I vertici iraniani avrebbero recepito il significato dimostrativo del raid contro la base di Isfahan. Lo dimostrerebbe la dichiarazione di Ahmad Haghtalab, comandante dell’unità del Corpo dei Guardiani della rivoluzione islamica che protegge i siti nucleari, il quale senza che nessuno glielo avesse chiesto ha dichiarato: “l’Iran risponderà allo stesso modo a qualsiasi attacco militare israeliano ai nostri impianti nucleari.” Della serie non facciamoci del male.

Anche se gli analisti occidentali ritengono che gli ayatollah non dispongano ancora di un ordigno nucleare é probabile infatti che siano comunque in grado di utilizzare una “bomba sporca”. Oppure, ipotesi da incubo che viene tuttavia ritenuta non praticabile, potrebbero avere  ottenuto un ordigno tattico da Putin.

Come anticipava Albert Einstein,  “il problema non é l’energia nucleare, ma il cuore dell’uomo.”Iran: anatomia di un attacco invisibile sull'orlo sul nucleare

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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