Cartellino giallo del Quirinale al Governo. Con prudenza e fair play, ma pure con fermezza, anche in considerazione della delicata situazione che sta attraversando il Paese per la recrudescenza in atto dei contagi del Covid-19 e per il marasma economico e sociale provocato dalla pandemia, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha promulgato la conversione del cosiddetto decreto legge Semplificazioni, del 16 luglio 2020, n°76, ma ha accompagnato la firma con una lettera, che suona a tutti gli effetti come un richiamo, ai Presidenti di Camera e Senato e al Presidente del Consiglio.
Il Capo dello Stato sottolinea in particolare come “diverse disposizioni” del decreto legge approvato non risultano riconducibili alle finalità originarie e invita il Governo “a vigilare affinché nel corso dell’esame parlamentare dei decreti legge non vengano inserite norme palesemente eterogenee rispetto all’oggetto e alle finalità dei provvedimenti d’urgenza”. Mattarella rappresenta altresì “al Parlamento l’esigenza di operare in modo che l’attività emendativa si svolga in piena coerenza con i limiti di contenuto derivanti dal dettato costituzionale”.
Abbinato all’altrettanto determinato appello alla responsabilità, a reimpostare le priorità di spesa e di investimento, sapendo che le scelte che si prenderanno in questa stagione segneranno profondamente non solo il nostro domani ma anche quelli delle prossime generazioni, che il Presidente della Repubblica ha sottolineato negli auguri personali pubblicati sulla prima pagina del Corriere della Sera per la settima edizione del “Il tempo delle Donne “ , la lettera richiamo inviata dal Quirinale a Palazzo Chigi e ai Presidente di Camera e Senato, assume una particolare valenza istituzionale e molto probabilmente segna una svolta rispetto alle prospettive dell’azione dell’esecutivo e della tenuta della maggioranza che lo sostiene.
Una svolta, per così dire, immanente che sottende come la situazione attuale non debba essere considerata immutabile perché ingabbiata entro l’alibi della somma delle simultanee emergenze scuola-pandemia-gestione dei fondi europei-deficit pubblico-rischi di collasso economico.
A fare da sfondo all’intervento della Presidenza della Repubblica, che comunque non può essere minimizzato o peggio ignorato, c’è d’altra parte il palese sfaldamento di una situazione politica sulla quale sta per abbattersi il big bang dell’esito elettorale del referendum costituzionale e delle regionali.
