Base per altezza e vasi comunicanti. La formula della scommessa su palazzo Chigi di Giorgia Meloni è insieme geometrica e fisica. La conferenza programmatica di Fratelli d’Italia di Milano che ha idealmente lanciato oltre il traguardo del Governo l’unica leader donna mai affermatasi nel centrodestra italiano, dovrà misurarsi nei prossimi mesi con la geometrica geografica e il principio dei vasi comunicanti della politica.
L’exploit di Fd’I é infatti organico e indipendente, oppure determinato soprattutto dal travaso dei consensi leghisti, e in misura molto minore di Forza Italia? All’aumento dei consensi del partito di Giorgia Meloni, lievitati in quattro anni dal 3,5% a circa il 22%, corrisponde infatti il calo di Lega e Fi.
Soltanto una redistribuzione di voti, dunque, o un nuovo slancio come lasciano intravedere la partecipazione e le conclusioni della conferenza milanese?
Il quesito geometrico-geografico riguarda invece il radicamento a Roma e nelle regioni del centro sud di Fratelli d’Italia, ed al nord il mantenimento dell’egemonia rappresentativa nel centrodestra dei leghisti e degli azzurri.
L’analisi del voto amministrativo di giugno offrirà una chiave di lettura in grado, probabilmente, di anticipare, incrociando i dati di collegi e candidati, l’impatto del voto delle politiche 2023.
Gli sviluppi della situazione internazionale, con Matteo Salvini e Silvio Berlusconi in difficoltà per i pregressi abbracci e baci con Putin, potrebbero fornire alla Presidente di Fratelli d’Italia la grande opportunità di intercettare l’esigenza di coerenza e di credibilità che l’elettorato conservatore ha sempre ricercato nei suoi leader.
Il consenso cioè dell’intera opinione pubblica di quella che viene definita la maggioranza silenziosa degli italiani. Tanto al Nord, quanto al Sud. Nelle regioni industriali alle prese con le drammatiche problematiche della doppia crisi pandemia-guerra e nel meridione esasperato per lo sbilanciamento nordista delle infrastrutture portanti del paese e affollato di disoccupati.
Il voto d’opinione è il vero obiettivo di Giorgia Meloni, che oltre a rassicurare l’elettorato nazionale col piglio comprensivo di chi ha accumulato solo positive esperienze di governo e di leadership, ha lanciato da mesi precisi segnali internazionali in direzione dell’adesione convinta all’alleanza atlantica e al fronte occidentale. Dagli Stati Uniti ad Israele.
Una svolta, dall’opposizione al governo, che marca ancora di più le differenze con la Lega di Salvini, che ha reiterato l’alleanza col populista Orban e nei confronti di Putin abbonda in distinguo, e con il leader fondatore di Forza Italia Silvio Berlusconi, tentato dalle liste uniche con i leghisti per garantire il ritorno in parlamento ad una pattuglia di fedelissimi.
Un cambio di passo evidente quello della convention di Milano, destinato a rilanciare il centro destra, oppure come sta avvenendo nell’eterno laboratorio politico della Sicilia, ad avviare un regolamento di conti che sarà risolto dall’esito del risultato delle amministrative di giugno.