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Giustizia le tante riforme rese più urgenti dal coronavirus

Giustizia alla deriva? Non proprio, ma per rendere l’idea dell’effettiva situazione bisogna cambiare scenari ed immaginare uno spazzaneve che avanza faticosamente ammassando la neve, cioè processi, pratiche e fascicoli, ai bordi della strada. Argini sempre più alti, destinati a provocare valanghe e intasamenti.

Una valanga d’arretrato che rischia di congelare e stravolgere urgenze ed esistenze, diritti e profitti. Con conseguenze dirompenti che potrebbero protrarsi per mesi, se non per anni. Eppure qualcosa si salva, qualche settore continua a funzionare.

“Io credo che il settore meno svantaggiato  dalla drammatica situazione creatasi a causa dell’emergenza sanitaria, sia stato certamente quello civile ove il processo telematico è già una realtà consolidata” conferma il magistrato Paola Braggion, Consigliere del Csm.

Giustizia le tante riforme rese più urgenti dal coronavirus
Paola Braggion
  • Procedimenti civili che risentono meno del marasma?

Nel settore fallimentare in molti tribunali si sono trovate  modalità telematiche per le dichiarazioni di esecutività dei piani di riparto, mentre per le udienze di rendiconto, prodromiche a riparto finale del fallimento, si sono adottate soluzione di scambio di memorie e documenti in forma scritta, così come per i concordati fallimentari, rinviando le udienze di verifica crediti non urgenti.Giustizia le tante riforme rese più urgenti dal coronavirus

  • E per il penale?

Non così per il penale, in cui i fascicoli non sono ancora digitalizzati  e dove è indispensabile il contatto diretto delle parti.  Si pensi alle indagini dei pm, alla fase della raccolta delle prove , all’esame delle persone informate sui fatti e dell’indagato, che possono partire anche da un atto scritto,  da indagini documentali, ma che necessitano di atti diretti della polizia giudiziaria e dei pubblici ministeri. Lo stesso vale per il processo penale , difficilmente sostituibile con atti scritti o da udienze solo da remoto. Le soluzioni adottate per i processi con i detenuti che lo richiedano e per convalide e direttissime, valgono in quanto temporanee. Tra l’altro non in tutti i Tribunali è stato possibile stipulare protocolli  con l’Avvocatura per la celebrazione delle udienze da remoto. Le soluzioni normative sino ad ora adottate, ( rinvii, temporanee sospensioni dei processi e delle prescrizioni ) e  quelle adottate dai dirigenti degli uffici giudiziari, cui è stata demandata l’organizzazione in concreto delle attività urgenti, anche tramite protocolli con l’avvocatura , si giustificano solo con la situazione emergenziale che ha imposto, a difesa della salute pubblica, il distanziamento sociale e il minor contato possibile tra le persone.Giustizia le tante riforme rese più urgenti dal coronavirus

  • Punti critici ?

Ritengo che uno dei problemi principali della prima fase dell’emergenza, peraltro ancora irrisolto anche in vista della cosiddetta fase due, sia quella dell’impossibilità per il personale amministrativo di accedere da remoto ai registri informatici. Dovendo limitare la presenza negli uffici giudiziari del personale amministrativo, che generalmente lavora a stretto contatto in spazi angusti e spesso insufficienti,  e, dunque, dovendo prevedere soltanto dei turni di presenza a titolo di presidio,  il lavoro da remoto dei giudici viene, se non vanificato, del tutto rallentato, anche nei casi ove si siano adottate le migliori soluzioni operative. Si pensi che i giudici civili, che in questo periodo di sospensione hanno potuto redigere numerose sentenze delle cause già in decisione, non possono effettuarne il deposito telematico, per mancanza di personale sufficiente per gli adempimenti conseguenti al deposito. Così i provvedimenti delle sezioni fallimentari, che sono stati adottati perché ritenuti urgenti, non possono essere eseguiti perchè richiederebbero la simultanea presenza di personale amministrativo delle cancellerie, senza alcuna sicurezza per la salute. Si sta dunque creando un arretrato nelle attività che sarebbe stato evitato  con soluzioni organizzative che consentissero agli amministrativi di lavorare realmente da remoto. Giustizia le tante riforme rese più urgenti dal coronavirus

  • Interventi del Csm ?

Il Consiglio Superiore ha tentato di armonizzare le prassi esistenti e di offrire punti operativi attraverso linee guida. Resta però il rischio dell’adozione di prassi diverse nei vari tribunali , con soluzione disomogenee. Fino ad ora, anche se invocate da più parti  e reiteratamente dal gruppo di Magistratura Indipendente,  non  sono state adottate dal Ministero soluzioni efficaci per consentire una reale ed efficace tutela di tutti gli operatori, e particolarmente del personale amministrativo. Credo che  non ci si possa fermare all’affermazione che ‘esigenze di sicurezza’ non consentono al personale amministrativo di accedere da remoto agli applicativi che usano quotidianamente per svolgere la loro attività  e registrare e dare esecuzione ai provvedimenti dei magistrati. Questo , in un epoca dove l’uso del telematico è in taluni settori la regola, anche ove vi sono informazioni rilevanti e con alti livelli di segretezza, rischia di vanificare sia una concreta tutela della salute degli operatori giudiziari, che dopo la metà di maggio potrebbero dover tornare nei propri luoghi di lavoro per la ripresa delle udienze, sia  la stessa possibilità di una effettiva, se pur graduale,ripresa dei processi e dell’attività giudiziaria nel suo complesso.

Ritengo, dunque, indispensabile che si trovino le risorse strutturali al fine di consentire a tutto il personale amministrativo il lavoro “da remoto”, rimuovendo gli ostacoli tecnici che ne impediscono la piena fruibilità e risolvendo nelle competenti sedi le problematiche di sicurezza per i registri informatici relativi al settore civile e penale.Giustizia le tante riforme rese più urgenti dal coronavirus

  • Dopo la recente designazione da parte della Quinta Commissione referente dei candidati alla Procura di Perugia, in che modo il Csm procederà alle nomine dei vertici giudiziari vacanti ?

Il Consiglio  ha ripreso la propria attività con sedute di commissione da remoto con la piattaforma Teams. Dopo un primo tempo in  cui i lavori erano riservati solo  alle  pratiche urgenti, si è deciso di proseguire  l’attività delle commissioni con pratiche che,  da un lato, evitino il più possibile la presenza fisica  del personale amministrativo in consiglio, e dall’altro che non comportino discussioni accese  nell’assemblea plenaria, difficilmente gestibili da remoto, con la presenza fisica in consiglio di circa un terzo dei componenti.  La quinta commissione  sta portando avanti l’esame delle nomine dei direttivi e dei semidirettivi degli uffici scoperti da più tempo, che necessitano di un dirigente. Tali proposte alternative verranno discusse in plenum, dopo il deposito delle motivazioni  e il concerto del Ministro, allorquando, verosimilmente a breve,riprenderà lavorare con la presenza fisica della maggior parte  dei componenti, in modo da consentire uno spazio adeguato per la necessaria illustrazione delle proposte ed il confronto dialettico.Giustizia le tante riforme rese più urgenti dal coronavirus

  • Udienze in videoconferenza o processi telematici anche in futuro o solo in taluni casi?

In alcuni uffici giudiziari l’utilizzo delle videoconferenze  è già una realtà. Vengono proficuamente utilizzate , per esempio, per le amministrazioni di sostegno o per consentire le camere di consiglio alle giudici-madri, rientrate dalla sospensione obbligatoria o facoltativa, o che necessitano di assistere i figli minori con problemi di salute.

Sarebbe una occasione sprecata non sfruttare alcune  novità per incentivare le udienze da remoto per esempio in appello, qualora non ci sia la necessità di esaminare testimoni, e debba comparire un difensore che debba spostarsi da zone lontane dell’Italia.  Si potrebbero così forse evitare richieste di rinvio per impegni contestuali, consentendo al difensore di collegarsi da remoto, ove vi sia il suo consenso.  Il medesimo meccanismo potrebbe essere utilizzato per evitare alcuni spostamenti  dei testimoni di polizia giudiziaria, magari trasferiti di sede, che vengono chiamati a testimoniare molti anni dopo aver svolto le indagini, su fatti di cui non hanno più un ricordo preciso, e che si limitano a ripercorrere  quanto indicato nella relazione di servizio. Vi sono altri settori dell’attività giudiziaria che, invece, non possono essere completamente informatizzati perché  richiedono il contatto diretto per la  pluralità di persone coinvolte, non facilmente inseribili nel lavoro in rete. Soprattutto per assicurare la genuinità e veridicità delle attività svolte, per dare effettività al contraddittorio, per cogliere sfumature nelle domande e nelle risposte e per poter formulare la domanda più opportuna serve quella immediatezza e percezione diretta che non è possibile nella videoconferenza. La comprensione di una questione tecnica, la valutazione di una testimonianza, la genuinità di una dichiarazione non può essere colta se non con la percezione diretta e resa viva dal sistema del contraddittorio delle parti, non replicabile da remoto.Giustizia le tante riforme rese più urgenti dal coronavirus

  • Ruolo dei magistrati ancorato alla prassi?

Il nostro lavoro richiede il contatto umano e la presenza perché esseri umani giudicano altri esseri umani. Non si può disumanizzare il processo penale , si giudicano fatti ma commessi da persone, e i fatti si ricostruiscono attraverso testimoni con i loro ricordi, più o meno nitidi o più o meno genuini.  Per questo stesso motivo  non possiamo farci sostituire da robot, in un periodo in cui si parla di algoritmi e intelligenza artificiale. Manca il ‘fattore umano’. Parliamo di responsabilità personale e di valutazioni, non di automatismi di alcun un tipo, quando c’è in gioco un elemento fondamentale quale la libertà personale.Giustizia le tante riforme rese più urgenti dal coronavirus

  • Eventuali alternative ?

Nella fase 2 , nella fase della ripresa , considerata la necessità di limitare, quanto più possibile, l’accesso delle persone negli uffici giudiziari, si potrebbe tendenzialmente escludere nei prossimi mesi lo svolgimento di quelle udienze che richiedono la presenza indispensabile di parti, testimoni, consulenti, periti (udienze da rinviare in blocco a date in cui è realisticamente prevedibile il superamento della pandemia e del rischio di contagio), mentre  si potrebbero incentivare, secondo il  modello del processo amministrativo, quelle udienze che richiedono esclusivamente la presenza dei difensori, in trattazioni scritte, con scambio di memorie.

  • L’orbita del pianeta Giustizia dopo il coronavirus?

Dobbiamo sfruttare l’occasione per fare il punto della situazione della giustizia, non per riforme ‘rapide’ che non tengano sufficientemente conto delle necessarie garanzie dei cittadini, ma per uno snellimento di alcune fasi processuali che oggi rallentano i processi. Un piccolissimo esempio. Perché non estendere a tutti i processi penali di competenza collegiale la possibilità prevista dall’art. 190 bis del codice di procedura penale ( riguardante i requisiti della prova nei casi particolari,ndr) anche al caso di mutamento di uno solo dei giudici di un collegio, come già sollecitato dalla Corte Costituzionale nella sentenza 132 del 2019, anche in considerazione della mobilità dei giudici dovuta in parte al divieto di ultradecennalità nelle funzioni che ricoprono?Giustizia le tante riforme rese più urgenti dal coronavirus

 

 

 

 

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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