by Vincenzo Bajardi
L’anagrafe dell’auto non esiste. Eppure spulciando nel registro della memoria dei cronisti e della storia delle case produttrici, saltano lo stesso fuori i nomi più strampalati, da strizzacervelli, denominazione scherzosa da psicanalista che tuttavia fotografa una realtà spesso contorta.
Da dove iniziare? Mezzo secolo addietro Opel battezzò con il nome di Manta il suo coupè. Nel 1969 il capo progettista del marchio tedesco, George Gallion, incontrò il team del ricercatore marittimo francese Jacques Cousteau e scelse il nome del pesce del genere Mobula. Poi anche il nome Tigra.
Non c’era da stupirsi: nel 1964 anche Ford scelse per un nuovo modello di auto economica e giovanile il nome di Mustang, ilmitico cavallo selvaggio del west con la criniera al vento.
Già dal 1961 i progettisti (il numero uno era Joe Oros) ed i designers della Ford lavoravano su una concept da presentare alla Fiera mondiale di New York che si sarebbe svolta nell’aprile del 1964. Il presidente era Robert McNamara e Lee Iacocca il vice presidente. Prima di approvare il nome Mustang c’erano in lizza anche le denominazioni Cougar e Torino. Così Mustang iniziò la sua lunga storia. Particolare curioso: la Mustang arrivò in Italia e in Europa a partire dalla sesta edizione immessa sul mercato nel 2015.
Ford Mustang è ancora oggi la sportiva che ha registrato un boom di vendite nel mondo.
Ford oltre a Mustang ha scelto per le sue auto anche i nomi di Cougar, Puma, Scorpio, Taurus e Falcon.
Molti altri marchi hanno scelto nomi di animali e fra questi ricordiamo la Fiat con Topolino e Panda, la Volkswagen per Maggiolino, Lupo, Fox e Beetle, la Porsche con Cayman.
Curiosa anche la scelta della Chevrolet nel ’53 per la Corvette. Il management del brand diede una tassativa direttiva allo staff incaricato di battezzare il nuovo modello: doveva iniziare per C.
Trecento le alternative ma il PR Myron Scott sfogliando il vocabolario s’imbattè nella parola Corvette, un tipo di imbarcazione da guerra della Marina britannica, agile e veloce. Fu scelto subito quel nome. La prima Corvette era una spider disponibile solo nel colore bianco polo con interni rossi, costava 3.498 dollari, motore di 3.9 litri a 6 cilindri da 150 cv, trasmissione automatica a due rapporti. Fu la prima auto di serie al mondo con telaio in vetroresina. Fra i difetti una tenuta di strada poco affidabile ed un parabrezza che soffriva d’infiltrazioni d’acqua. Poi arrivò un motore V8 da 195 cv ed una trasmissione manuale a tre rapporti. La seconda generazione era un coupè e venne chiamata Sting Ray come l’omonima vettura da corsa del 1959. La disegnò Larry Shinoda. La terza generazione fu battezzata Stingray, la C4 aveva 330cv, la C5 ne sfoggiava 405 cv, la C6 fu prodotta fino al 2013, la C7 proponeva 650 cv.
La nuova Corvette C8 sarà disponibile in Italia nella seconda metà del 2021.
Fantasia in eccesso anche per le auto con nomi di persona: Alfa Romeo Giulia, Giulietta, Bmw Isetta, Buick Apollo, Dacia Logan, Daihatsu Mira, Rocky, Trevis,Ferrari Dino, Enzo, Fiat Dino, Ulysse, Hyundai Atos, Lada Samara e Kalina, Lotus Carlton ed Elise, Nissan Serena e Silvia, Renault Clio,Thalia, Zoe e Logan, Saab Chaterina, Skoda Fabia, Felicia ed Octavia, Volkswagen Corrado ed Eros.
Auto con nomi di luoghi: Alfa Romeo Brera, Mi.To., Montreal, Bentley Camargue e Mulsanne, Buick Lucerne, Park Avenue e Somerset, Chevrolet BelAir, Tahoe, Monte Carlo, Malibù e Corsica, Dodge Monaco, Ferrari California, Fiat Argenta e Siena, Ford Capri, Cortina, Granada, Sierra, Taurus, Torino e Verona, Hyundai Tucson, Santa Fe, Santamo, Kia Sorento, Lancia Aurelia, Flaminia, Flavia,Fulvia, Phedra, Lotus Europa, Maserati Indy e Mexico, Nissan Almera, Murano e Navara, Opel Ascona, Monza, Olympia, Frontera, Sintra,Monterey, Meriva, Renault Laguna, Seat Ronda, Ibiza, Malaga, Marbella,Toledo, Cordoba, Alhambra, Arosa, Leon.
Fra i nomi di oggetti o cose ricordiamo Autobianchi Stellina, Primula e Giardiniera, Fiat Campagnola, Ritmo, Strada, Regata, Tipo, Tempra, Duna, Punto,Barchetta, Bravo, Brava, Marea, Paolio, Idea, Stilo, Linea, Fiorino. Mazda Laputa, Toyota Isis, Mitsubishi Sandal e Minica Lettuce. Ed ancora Ford Orion, Zephir, Fiesta, Focus, Galaxy, Jeep Cherokee, Wrangler, Commander, Compass, Patriot, Lamborghini Islero, Mutedec, Espada, Diablo, Jarama, Centenario, Huracan e la prima ibrida il coupè Sian (che riprende alcuni elementi della concept car Terzo Millennio), Lancia Delta, K, Lybra, Musa, Prisma, Thema, Thesis, Y, Z, Maserati Ghibli, Quattroporte, Trofeo, Vw Scirocco, Golf, Phaeton, Sharan, Tiguan, Touareg e Touran.
Studia nuove alternative, ingrana la retromarcia Libra, la moneta elettronica e virtuale ideata da Mark Zuckenberg, presidente e Ceo di Facebook.
David Markus, numero uno della sussidiaria Calibra, e Menlo Park scommettono sul mercato dei pagamenti e delle transazioni di denaro. Due progetti che fanno tornare in mente due nomi di vetture, la Lancia Lybra e l’Opel Calibra. La Lancia Lybra era l’erede della Dedra. Debuttò nel 1999. Il nome deriva dal latino bilancia e in rispetto alla regola valida per tutto il Gruppo Fiat ha solo cinque lettere come si legge nel volume dell’Editoriale Domus. Fra i nomi più buffi e curiosi infine si annoverano quellidi Mazda La Puta, Suzuki Cappuccino, Daihatsu Materia, Cuore ed Anima, Opel Mokka. Sembrano divertissemant dialettici, ma per gli antropologi i nomi delle auto rappresentano uno dei metodi principali per imporre un ordine alla percezione dei nuovi modelli.