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Guerra fredda on line fra social network e Mosca

Scontro fra social network e MoscaGuerra fredda on line fra social network e Mosca

C’era una volta Goebles. E c’è ancora. Sulla rete sono molti gli esempi che si rifanno al lugubre Ministro della propaganda del Terzo Reich che fino all’ultimo, quando già i russi erano a Berlino, fece credere ai tedeschi che Hitler stesse vincendo la guerra.

Sulle onde degli tsunami dei social network e della disinformatia i piccoli Goebles sono anzi cresciuti e si sono moltiplicati. Lo conferma la collisione nel ben mezzo dell’oceano dell’informazione globale delle corazzate Russia Today e Sputnik, due delle ammiraglie della flotta d’invasione mediatica di Putin, e le portaerei Twitter e Facebook, le più avveniristiche e potenti unità del network power e dell’informazione internazionale  occidentale.Guerra fredda on line fra social network e Mosca

Collisione che è soltanto uno degli snodi della nuova Guerra Fredda in progress. Una guerra molto più sporca, caratterizzata da notizie e narrazioni contrapposte che su internet fomentano tifoserie a volte acritiche, tanto da soffocare ogni tentativo di dibattito imparziale. Un gigantesco scontro sotterraneo fatto da  vicendevoli attacchi hacker con responsabilità difficilissime da ricostruire.

Russia Today è un canale satellitare, dotato di un portale in inglese, controllato direttamente dal Cremlino attaverso l’agenzia di stampa statale Ria Novosti.Guerra fredda on line fra social network e Mosca Putin

Un’altra agenzia di Stato russa, Rossiya Segodnya, controlla Sputnik News, una testata multicanale ,radio, agenzia, sito internet, che comprende anche un’edizione italiana.

La funzione dichiarata di entrambe le testate è offrire un punto di vista alternativo a quello dei media occidentali. E i loro telespettatori occidentali sono cresciuti in maniera esponenziale negli ultimi anni, parallelamente all’ondata populista e sovranista che ha visto in Putin un punto di riferimento da contrapporre ai leader e ai Governi nazionali e soprattutto all’Europa, tutti accusati di non sapere fronteggiare la crisi economica e di ridurre in miseria la classe media .

Russia Today e Sputnik hanno saputo approfittare della situazione, anche con l’implicito sostegno dei partiti euroscettici del vecchio continente, favorevoli pur di uscire dalla crisi economica a un rapporto meno teso con Mosca.

A prescindere dal giudizio sull’affidabilità, i due network controllati dal Cremlino hanno così notevolmente ampliato il numero di telespettatori e lettori disposti a seguire solo quello con cui si è d’accordo.

Fino a quando Twitter ha bloccato ad entrambe le testate la possibilità di pubblicare post a pagamento, per allargare la propria base di utenti.Guerra fredda on line fra social network e Mosca

Il ban pubblicitario imposto da Twitter è l’ultima tappa di una reazione che ha avuto importanti precedenti. Nel 2015 Ofcom, l’autorità per le comunicazioni britannica, aveva minacciato di sanzioni Russia Today accusandola di coprire le vicende ucraine in maniera faziosa. Nel novembre 2016 una risoluzione del Parlamento Europeo definisce la testata uno strumento di propaganda del Cremlino. Mentre nel gennaio del 2017, utilizzando come casus belli la violazione del copyright su un video, Facebook ha sospeso per 72 ore l’account di Russia Today in vista del discorso di inaugurazione di Donald Trump.

In molti avevano accusato Mosca di aver aiutato The Donald nella corsa alla Casa Bianca. La realtà è probabilmente più complessa. Molte bufale contro Hillary Clinton non sono arrivate dal Cremlino, ma dai troll di 4chan, uno dei uno dei siti più frequentati al mondo.

E molti sostenitori di Trump leggono Russia Today semplicemente perché la vedono più vicina alla loro visione del mondo rispetto, per dire, alla Cnn. E comunque è proprio dal cosiddetto Russiagate che nasce l’iniziativa di Twitter.

Guerra fredda on line fra social network e MoscaAd annunciare che RT e Sputnik non potranno più fare pubblicità su Twitter, per aver interferito nelle elezioni del presidente Usa del 2016 per conto del governo di Mosca, è stato il profilo ufficiale del social network.

“Questa decisione si basa su uno studio retrospettivo sulla situazione delle elezioni negli Stati Uniti del 2016, così come sui risultati dei vari servizi d’intelligence degli Stati Uniti”, si legge nel post, “non prendiamo questa decisione alla leggera”, ha specificato Twitter “ma la applichiamo per garantire ai nostri utenti l’integrità del servizio”.

Russia Today ha risposto con un articolo dove racconta un’altra verità: Twitter – sostiene – “voleva più soldi da noi, ma non abbiamo accettato la loro proposta“.

L’idea presentata a Russia Today – sostiene ancora il sito – era: ‘Più spendi più hai un ruolo“.

Anche questa volta, versioni contrapposte, ma spesso le contraddizioni fanno emergere le verità.

Sul già convulso scenario della guerra fredda 2.0 su Internet è inoltre previsto che entro la fine del 2018 entrino in scena anche i cinesi, con tutta la loro esperienza di controllo del network power.

Per Winston Churchill, che di guerre fredde se ne intendeva, “ogni mattina prima che la verità riesca a mettersi i pantaloni una bugia fa in tempo a compiere mezzo giro del mondoGuerra fredda on line fra social network e Mosca
Fonte: Agenzia Italia

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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