Effetto domino in progress della clamorosa rottura tra Google e Huawei . Un effetto domino esponenziale, che potrebbe trasformarsi in un incontrollabile tzunami mondiale economico-sociale.
Per quanto riguarda il nostro Paese, la netta chiusura di Google al network cinese, secondo il Codacons potrebbe avere effetti devastanti per centinaia di migliaia di italiani che possiedono uno smartphone Huawei.
Conseguenze che potrebbero determinare effetti sul fronte commerciale e indurre il Codacons ad intentare una class action a favore degli utenti per il risarcimento dei danni che scaturiranno da tale situazione.
”La sospensione della licenza Android fornita da Google – afferma in una nota il Codacons- potrebbe provocare un terremoto sui telefonini: dalla mancanza di alcuni servizi Google, all’impossibilità di eseguire aggiornamenti di sicurezza sugli smartphone, fino alla limitazione delle funzionalità degli apparecchi.
Effetti che danneggerebbero in modo evidente quanti hanno acquistato un cellulare Huawei convinti di poter utilizzare Android e tutti gli altri servizi forniti da Google, e che aprirebbero il fronte dei risarcimenti in favore dei consumatori”, continua il Codacons. Per tale motivo il Codacons si prepara a ”scendere in campo a tutela degli utenti italiani possessori di telefonini Huawei, e non esclude una possibile class action per far ottenere a tutti coloro che subiranno una eventuale limitazione delle funzionalità degli smartphone il rimborso loro dovuto in base al Codice del Consumo”.
Le preoccupazioni dell’associazione dei consumatori riflettono gli scenari internazionali. Oltre a Google, anche le aziende Usa produttrici di chip e microchip – da Intel a Qualcomm, da Xilinx a Broadcom– e il produttore tedesco Infineon Technologies si sono adeguate alla linea dell’amministrazione Trump e hanno tagliato i ponti con Huawei e sospeso le forniture di componenti.
La decisione di Infineon é il primo segnale che le limitazioni agli scambi imposti dal governo Usa a Huawei influenzeranno le capacità di approvvigionamento del colosso cinese anche al di fuori degli Stati Uniti.
In seguito all’interruzione delle connessioni hardware e software fra Gooogle e Huawei, tutti gli smatphone dell’azienda cinese perderanno l’ accesso agli update del sistema operativo per smartphone Android, e i prossimi modelli di smartphone commercializzati da Huawei fuori dalla Cina non avranno accesso ad applicazioni e servizi come Gmail, Google Play Store e YouTube
Da mesi, prevedendo la rottura con Google, o come sostengono gli esperti di intelligence essendo già a conoscenza delle intenzioni di Trump, Huawei ha accumulato dai suoi fornitori globali componenti sufficienti a garantire la produzione per circa un anno. Nonostante i comunicati distensivi e dell’azienda cinese, crescono le preoccupazioni per i danni collaterali alle catene di forniture asiatiche di Huawei, che di fatto non potrà più fare affari con aziende statunitensi.
Il bilancio annuale delle acquisizioni del colosso cinese ammonta a ben 67 miliardi di dollari, e i titoli di borsa dei suoi principali fornitori hanno segnato consistenti ribassi nella mattinata di oggi.
A determinare l’ordine esecutivo emesso dalla Casa Bianca il 15 maggio, che proibisce alle compagnie statunitensi delle telecomunicazioni l’impiego di apparecchiature elettroniche prodotte da aziende che pongono un rischio potenziale per la sicurezza nazionale, è la specifica accusa rivolta ad Huawei dall’Intelligence Usa e Inglese di essere prevalentemente un network di spionaggio. Una vera e propria agenzia di intelligence che rastrella a tappetto comunicazioni, dati e immagini e le trasferisce ai database della Cina, attraverso microchips mimetizzati negli smatphon, i tablet, i pc, le telecamere, le fotocopiatrici, ma soprattutto nelle infrastrutture ed in particolare quelle delle ultramoderne reti 5G.