Il mondo col dito sul grilletto della guerra. L’angoscia bellica si è allentata, ma l’incubo polacco ha evidenziato quanto e come la Nato, gli Stati Uniti e gli alleati occidentali, seguano con crescente preoccupazione e strisciante mobilitazione militare l’evolversi della guerra scatenata dalla Russia di Putin contro l’Ucraina.
“Un conflitto che continua a creare situazioni molto pericolose” ha affermato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, al termine della riunione del Consiglio Atlantico per valutare cause e effetti dell’esplosione missilistica in Polonia al confine con l’Ucraina.
Secondo l’intelligence americana, che ha esaminato i tracciamenti satellitari, il lancio di una batteria antimissile della contraerea ucraina avrebbe intercettato un missile russo diretto contro le città di Leopoli o di Javoriv. L’impatto avrebbe provocato la deviazione dell’insieme dei due missili, che sarebbero precipitati oltre il confine polacco.
“L’ipotesi che sulla Polonia sia caduto un missile dell’antiaerea ucraina non cambia la sostanza, la responsabilità di quello che è accaduto è tutta russa. E con gli alleati abbiamo condannato gli attacchi missilistici di Mosca” ha affermato dal G20 di Bali la Premier Giorgia Meloni.
La scampata escalation è stata preceduta al vertice mondiale indonesiano da attimi di suspance. E’ stato il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden a tranquilizzare dopo i primi momenti di tensione il Primo Ministro inglese , Rishi Sunak, il Presidente Francese Macron, la Premier italiana Giorgia Meloni, il Cancelliere tedesco Sholz, il Premier Canadese Justin Trudeau ed il primo ministro australiano, Antony Albanese, e ad esporre i dati, in parte top secret, forniti in tempo reale alla Casa Bianca dai rilevamenti della National Security Agency e dallo Stategic Air Command Usa.
La tempestività dell’analisi e della valutazione dell’incidente rappresentano insieme – secondo gli analisti strategici – una notevole prova di reattività e la conferma di quanto estesa ed ampia possa essere la “risposta” globale ad eventuali attacchi.
Per Mosca, autoesclusasi da G20 e di fatto isolata anche dalla Cina di XiJinping, che preferisce la distensione e il businnes al muro contro muro con gli Stati Uniti e l’Europa, quello che ora viene derubricato come l’incidente polacco é una ulteriore pesante sconfitta strategica con annessa ricaduta verticale di credibilità. Circostanze che determineranno l’accelerazione dell’avvitamento dell’economia e della qualità della vita della Russia.
Al Cremlino il dopo Kherson, il «caso» Dugin – il filosofo che ha affermato senza mezzi termini che quando il vertice fallisce và quanto meno tolto di mezzo – e ora il doppio schiaffo di Bali, vedono la leadership di Vladimir Putin farsi oggettivamente sempre più precaria.
Non è escluso che tra una metafora e un riferimento storico letterario, la prospettiva del destino di Putin abbia aleggiato sul vertice di Ankara fra il Direttore della Cia, William Burns e quello dell’intelligence estera moscovita, Svr, Sergei Naryshkin. Per gli scambi ai ponti delle spie non si mobilitano i capi dell’intelligence, ma per i cambi di regimi probabilmente si.