Vertice fra Trump e Kim a carte scoperte
Le prove sono certe. Una ricerca della Stanford University, confermata dall’Intelligence Usa, ha verificato come nonostante fosse impegnata nei colloqui con gli Stati Uniti sulla denuclearizzazione della penisola coreana, Pyongyang abbia prodotto combustibile nucleare sufficiente ad aggiungere altre sette bombe atomiche al suo arsenale.
Uno degli esperti scientifici ed autore del rapporto, Siegfried Hecker, ex direttore del Laboratorio atomico di Los Alamos, nel New Mexico, ha spiegato che la produzione di combustibile nucleare della Corea del Nord nel 2018 è stata confermata dall’analisi di immagini satellitari. Al combustibile nucleare si aggiunge inoltre la produzione di circa 150 chilogrammi di uranio altamente arricchito.
Il team di esperti di cui fa parte Hecker ha stimato che la Carorea del Nord disponga già dal 2017 di circa 30 bombe atomiche. Secondo un’alta stima più pessimistica della Defense Intelligence Agency (DIA), la Corea del Nord ne avrebbe invece circa 50.
Il rapporto dell’Università di Stanford sottolinea come comunque la sospensione dei test missilistici da parte di Pyongyang per aprire la strada ai vertici inter-coreani e al summit tra Kim Jong Un e Donald Trump, lo scorso giugno a Singapore, abbia ritardato tutti i lavori di miniaturizzazione delle bombe.
“Se si osserva l’intera situazione , la Corea del Nord è meno pericolosa oggi di quanto non fosse alla fine del 2017”, scrive Hecker nella sua relazione. Gli esperti della Stanford University ritengono infatti che la Corea del Nord al momento “non è in grado di lanciare con un certo grado di precisione un ordigno nucleare contro il continente americano, ma evidenziano gli esperti, l’ arsenale nucleare nord coreano costituisce una vera minaccia per il Giappone e la Corea del Sud.
Il rapporto è stato reso pubblico per far capire ai nord coreani che il previsto incontro fra Trump e Kim del 27 e 28 febbraio ad Hanoi sarà un vertice a carte scoperte, che riguarderà indirettamente anche le altre due superpotenze.
Un parallelo rapporto del Pentagono, riguardante la Russia e la Cina, avverte infatti che Mosca e Pechino stanno sviluppando nuove tecnologie laser pronte ad essere utilizzate per distruggere i satelliti americani.
