Allevare la pace. Con la cultura, il confronto, la conoscenza diretta. Senza miliardi di parole, teorie, arguzie diplomatiche.
Crocevia dell’essenzialità e dell’educazione alla convivenza, la cittadella studentesca di borgo Rondine, a pochi chilometri da Arezzo, ha spiccato il volo verso il Nobel per la Pace.
Fondata nel 1997, l’Associazione Onlus Rondine promuove la risoluzione dei conflitti e svolge un ruolo attivo per avviare il dialogo e la conoscenza diretta di studenti di paesi nemici o con situazioni di conflitti, attraverso l’esperienza concreta di uno Studentato Internazionale.
Vi prendono parte giovani provenienti da tutto il mondo: Israele, Palestina Libano, Kosovo, Serbia, Bosnia-Erzegovina, Russia, Abkhazia, Georgia, Azerbaijan, Armenia, Sierra Leone, Sudan, India, Pakistan.
Una volta terminato il corso di laurea o il master sono pronti per tornare a casa e iniziare a progettare, insieme, un futuro di pace per i loro Paesi. Con nel cuore l’insegnamento di Malcom X “Non si può separare la pace dalla libertà perché nessuno può essere in pace senza avere libertà.”
La candidatura di Rondine al Nobel della Pace, subito accettata dal Comitato di Oslo, è stata promossa dalla Vice Presidente della Camera, Marina Sereni, e sponsorizzata dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Luca Lotti.

“La candidatura al Nobel é un punto di partenza, non di arrivo per una nuova generazioni di leader che abbiano il coraggio del dialogo, che sappiano cercare, scavare e disinnescare le cause dei conflitti” ha sottolineato la Vice Presidente della Camera, che ha ricordato l’esperienza di due adolescenti, un russo e un ceceno.
All’arrivo avevano preteso di lavare separatamente i loro panni e non nella lavatrice comune. Alla fine del corso sono diventati sinceri amici.
“Oggi il mondo ha grande bisogno di questo coraggio e per questo ho avuto l’idea – ha aggiunto l’on. Marina Sereni – di candidare Rondine al Nobel per la Pace 2015”.
Come dire che “per avere una vera pace, bisogna darle un’anima. E l’anima della pace è l’amore”, ripeteva Papa Paolo VI.