La scossa della 38enne Elly Schlein squassa il Pd talmente in profondità da determinare una immediata metamorfosi ideologica, una seconda fondazione del partito nato dalla fusione della tradizione comunista e del cattolicesimo interpretato dalla sinistra democristiana.

La netta affermazione popolare della prima segretaria del partito democratico, e la più giovane, fa rivivere insieme, accomunandole, le vibranti esperienze di Nilde Jotti e Tina Anselmi.
Si illudono i capicorrente storici di provenienza democristiana o di estrazione comunista che hanno appoggiato Elly Schlein o Stefano Bonaccini. Il rigetto del politichese di una sinistra alla deriva e la rivoluzione dialettica e ideologica incarnata dalla neo segretaria è destinata a spazzare via la concezione delle rendite di posizione, delle cordate di potere, del sottogoverno e delle nomine, delle candidature parlamentari e degli incarichi europei autoreferenziali, mimetizzate da schieramenti e movimenti di pensiero.
La grande partecipazione, in controtendenza con l’astensionismo delle politiche, il risultato netto delle primarie ed il carattere indomito di Elly Schlein, rappresentano di fatto un taglio netto col passato e una proiezione dialettica e propositiva, già in atto, nel futuro di un’Italia concepita come un Paese con una democrazia incompiuta e con una Costituzione non ancora del tutto applicata o, peggio, disattesa. Un Paese con una politica, una giustizia, una sanità ed una burocrazia che urge delineare e dispiegare nell’alveo dei principi costituzionali.
La generazione Schlein ha le carte in regola per avviare questo processo, che seppellisce una volta per sempre il gattopardismo ricorrente al Nazareno. Resta da vedere se il Pd sopravviverà all’impatto con la carica dirompente di inedite scelte radicali, oppure si verificherà un travaso scissionista dell’ala cattolico-democristiana nel terzo polo di Calenda & Renzi o verso il neo riformismo moderato interpretato da Giorgia Meloni.
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Fondatore e Direttore di zerozeronews.it
Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Rai Palermo e Tg1